Novara – Uno dei diari più strazianti e spirituali della guerra in Russia di 80 anni fa è La croce sui girasoli, il diario di mons. Aldo Del Monte (1915-2005), vescovo di Novara ma ancora prima cappellano nella tragica campagna sul Don, dove fu ferito. Il libro viene ripubblicato con la nota di Santo Marcianò, arcivescovo ordinario militare per l’Italia, presso Interlinea (pp. 256, euro 15, a cura di Gianmario Lanfranchini), presentato venerdì 18 settembre alle ore 15 a Omegna (VB), nella sala Santa Marta, durante il centenario dell’ANA Omegna-Cusio, in occasione della mostra documentaria sulle carte dell’autore, ordinate di recente a cura del Centro Novarese di Studi Letterari da Valentina Giusti e Roberto Cicala e presto consegnate da Mariella Enoc, che le custodisce, al Monastero benedettino Mater Ecclesiae dell’isola di san Giulio per essere conservate e studiate.
«C’è un campo di girasoli, poi c’è un’altura sempre battuta dal vento; ecco, appena a valle, c’è il cimitero» ricorda il cappellano militare Aldo Del Monte nel suo tragico diario della ritirata di Russia durante l’ultima guerra, uno dei più intensi della nostra letteratura accanto al Sergente nella neve di Rigoni Stern e alle Centomila gavette di ghiaccio di Bedeschi. Al giovane reduce, rimasto ferito gravemente, un medico prescrive di consegnare alla scrittura l’angoscia di quell’esperienza nel “vallone della morte”, per tentare di liberarsene. E lo pubblica pochi mesi dopo la fine della guerra. Don Aldo, nato a Montù Beccaria nel 1915, ordinato sacerdote alla vigilia del secondo conflitto mondiale, sarà amatissimo vescovo di Novara dal 1972 e uno dei protagonisti del rinnovamento del Concilio Vaticano II; si spegnerà nel 2005 dopo gli ultimi anni nel paese di Massino Visconti affacciato sul lago Maggiore e riposa nel cimitero dell’abbazia benedettina di fonte all’isola di San Giulio, al centro del vicino lago d’Orta. In questo libro ci fa comprendere perché gli «uomini hanno avuto paura di quell’ora che batteva sulla steppa» dove su molti di quei settantacinquemila morti ora «veglia una croce gigantesca levata sui girasoli» condividendo con noi, ieri come oggi, «lo sforzo di trovare, anche in mezzo alla burrasca, qualche raggio di luce».
Scrive mons. Santo Marcianò: «In cerca di Dio e in cerca dell’uomo! Mi pare sia fotografato così, mons. Aldo Del Monte, da questo suo diario di cappellano militare. Come interpretare diversamente il suo anelito di sacerdote che egli stesso, definendosi “entusiasta”, quasi incarna in quella “Chiesa in uscita” della quale papa Francesco farà uno dei cardini del suo pontificato? Un ministero, un servizio, che cerca l’uomo lì dove e come l’uomo è. “Se l’uomo è in pace, lui è a servizio dell’uomo in pace. Se l’uomo è in guerra, lui è a servizio dell’uomo in guerra”, scrive infatti don Aldo; “se necessario, bisogna uscire dal chiuso delle canoniche e andare in cerca dell’uomo sulle strade, sulle piazze e nelle trincee, e persino nel burrone”».