Fuori dal gruppo consiliare PD per entrare nel Gruppo Misto. Roberto D’Intino e Biagio Diana hanno preso la loro decisione.
La goccia che ha fatto traboccare il vaso è la questione legata alla pronuncia della Corte dei Conti, volutamente tenuta nascosta dalla Giunta ai consiglieri.
“Il Sindaco ha omesso di informare i consiglieri comunali durante il consiglio sul bilancio dei documenti della Corte dei conti che peraltro giravano già da sei giorni – spiega D’Intino – Riteniamo sia un atto gravissimo. E’ chiaro che viene meno la fiducia nei confronti del primo cittadino che utilizza i soliti metodi renziani di fare politica a modo suo, senza curarsi di chi ha intorno. Trama alle nostre spalle e invita i revisori dei conti a non dare l’informazione che, di diritto, ci spettava”.
Già nel corso dell’ultima commissione, i consiglieri D’Intino e Diana avevano lasciato intuire una profonda delusione per le scelte effettuate da Ballarè, specialmente in quest’ultimo caso: “Questa vicenda mi ha ferito sia come consigliere che come persona- prosegue D’Intino – Ballaré ci ha tolto la dignità di stare seduti in un’aula consiliare. E per fortuna il Pd va sbandierando trasparenza e chiarezza di amministrazione. La Corte dei conti ha deferito il Comune di Novara alla Procura specifica. A casa mia, un’azione come quella compiuta dal sindaco e dalla giunta si chiama omissione d’atti d’ufficio“.
Non escono dal partito, ma in Comune scelgono la loro dignità: “Non ricatto e non accetto ricatti di nessun genere. Dopo la vicenda della Corte dei Conti mi sarei aspettato che il gruppo del Pd uscisse con una sorta di ammonizione per far capire che la vicenda è piuttosto grave. Invece, nulla, tutti ad obbedire. Per quanto mi riguarda, pretendo che i miei diritti non vengano calpestati“.
A questo punto, inizia la battaglia: da una parte quella dei due fuoriusciti interna al Pd, dall’altra quella di Ballaré che, giorno dopo giorno, fatica sempre di più a tenere compatta una maggioranza decisamente più che traballante. I numeri sono numeri: e per far passare delibere e decisioni politiche serve una maggioranza che ad oggi potrebbe venire a mancare. Quando poi sono due figure non dell’ultima ora a lasciare il gruppo consigliare del Pd la faccenda si fa ancora più grave: Diana è stato segretario cittadino, D’Intino ha alle spalle una buona militanza. “Purtroppo siamo arrivati ad un punto di non ritorno. Non siamo certo contenti di uscire dalla maggioranza. Ma con un sindaco così arrogante che fa quello che vuole senza nemmeno confrontarsi con noi non si può andare avanti“.
Il riferimento è alla famosa pronuncia, ma non solo: il progetto di piazza Martiri, la Fondazione Coccia, e soprattutto Musa sono stati colpi bassi per i consiglieri del Pd.
“Su Musa, ad esempio, ha decisamente forzato la mano. Gli abbiamo detto in tutte le lingue del mondo che si stava esagerando con questo Piano Parcheggi. E’ andato avanti senza darci retta. Ed ora arrivano le modifiche in corsa. E’ un sindaco che governa al di fuori del contesto cittadino… Crede che le persone siano oggetti. Io l’oggetto di Ballaré non lo voglio fare“.
Non sono gli unici due consiglieri di maggioranza ad esprimere parere negativo su questa amministrazione. Molti pensano la stessa cosa, magari continuando a votare a favore per non spaccare il gruppo. Ma la sensazione è che su tante importanti questioni che riguardano la città il disaccordo, entro le fila della maggioranza, sia molto forte. Qualche consigliere ha già dimostrato avversione ad alcuni provvedimenti, votando contro o astenendosi. Segnali che stanno esplodendo a seguito della pronuncia della Corte dei conti nascosta ai consiglieri stessi con implicazioni che non si possono ancora escludere. Insomma, dal prossimo consiglio comunale Ballarè dovrà fare i conti con nuovi dissidenti che hanno scelto “di analizzare e valutare profondamente ogni singolo documento e decidere autonomamente e secondo coscienza se alzare o meno la mano“.