Caos in commissione mentre si discuteva delle prospettive gestionali della Fondazione Castello. Il Sindaco Canelli apre illustrando la bozza del nuovo statuto, che i commissari non avevano tra il materiale. Il capogruppo di Io Novara Andretta chiede di rimandare la commissione in quanto “se non abbiamo i documenti, per noi significa che lei sta raccontando delle favole”. Il Sindaco lancia i fogli ad Andretta (“Sto illustrando una bozza che poi riceverete”) e poi se li va a riprendere, ma Andretta li trattiene ed è … bagarre in aula consiliare.
La situazione si placa solo a commissione inoltrata. A quel punto si torna a parlare del futuro della Fondazione Castello: l’ente si trasformerà in un organismo di diritto pubblico, controllato dal Comune. Oggi, lo statuto della Fondazione non consente un’autonomia della stessa né gestionale né economica. Ecco perchè verrà sottoposto all’assemblea il nuovo documento.
Nel momento in cui verrà formalizzata la trasformazione, la Fondazione dovrà occuparsi di valorizzare e gestire non solo il Castello ma anche il Broletto. Una gestione che dovrà prevedere una programmazione di tipo culturale (un piano che verrà sottoposto all’approvazione del consiglio comunale ogni anno), ma non solo: la Fondazione Castello si occuperà anche della valorizzazione del territorio, attraverso la promozione dei prodotti locali e dell’economia della zona. Intanto il Castello è stato aperto e diverse sono le iniziative già in cantiere: dalla mostra di Sgarbi a fine settembre a quella su Gaudenzio Ferrari, finanziata da Regione Piemonte (e che su snoderà tra Varallo, Vercelli e Novara), una mostra fotografica con Oasis e diverse richieste di collezionisti privati.
Dal punto di vista strutturale, mancano alcuni interventi per i quali non c’erano ancora le risorse: mancano gli allestimenti, il consolidamento delle mura del fossato che si sono logorate e le certificazioni energetiche. Per portare a termine le opere mancanti, si farà ricorso ai fondi strutturali europei dedicati ad interventi su patrimonio culturali delle città capoluogo. In tutto 7,7 milioni di euro che saranno anche utilizzati per la Cupola antonelliana e Palazzo Faraggiana. Il tutto da terminare entro il 2020.