La protesta del ciuccio…. Questa mattina, a Palazzo Cabrino, in occasione del consiglio comunale, genitori, operatori e Cgil hanno messo in scena un flash mob contro la chiusura ventilata di due nidi della città di Novara. Una protesta, quella del ciuccio, che nasce dalla preoccupazione di chi lavora nelle due strutture e dei genitori che vi portano i propri figli. La questione era già stata segnalata agli assessorati competenti e al sindaco la scorsa estate: nel corso dell’ultima assemblea, la tendenza ad una nuova organizzazione che preveda appunto la chiusura delle due strutture è stata confermata. Da qui la richiesta di chiarimenti alla Giunta e la mozione urgente a firma PD che verrà discussa in consiglio.

La rivolta del ciuccio a Palazzo Cabrino
Un ciuccio per dimostrare l’importanza di tenere in vita i servizi a rischio. Comunque il micronido Coriandolo e il nido Balconi chiuderanno per mancanza di capienza massima. Lo ha spiegato stamattina nelle comunicazioni il primo cittadino. Al micronido Coriandolo sono 6 i bambini che frequentano su una capienza massima di 24. Verranno spostati all’Arcobaleno dove aprirà una sezione lattanti. “La struttura Marcella Balconi – ha spiegato Canelli – ha bisogno di ristrutturazione: gli 11 bambini che frequentano, a fronte di una capienza di 36, verranno trasferiti. A lavori terminati, si ragionerà su un’implementazione ulteriore del servizio. Comunque, i numeri non cambiano: i posti rimangono gli stessi”.
“Sembra ci sia una lista di attesa di 90 persone nei nidi di Novara – replica Guido Catoggio, segretario FP Cgil – Evidentemente sono domande che bisogna porsi e a cui dare una risposta. A Novara ci sono 477 posti come capienza massima, mentre sono solo 415 i bambini che frequentano i nidi. Gli altri sono vuoti perchè evidentemente il Comune non vuole assumere educatrici. Secondo noi, l’amministrazione, prima di procedere come dichiarato, dovrebbe senonaltro fermarsi a riflettere, anche alla luce del fatto che i nidi con la nuova legge sulla scuola entrano di diritto nel sistema scolastico pubblico e quindi nel ciclo educativo”.