Buongiorno
Novara

La ripresa economica post pandemia? Quando e come sarà

La ripresa economica post pandemia? Quando e come sarà

L’analisi dei possibili scenari economici che ci attendono, curata dal dott.Daniele Andretta

Daniele Andretta dottore commercialista con studio a Novara

Ad ogni italiano 1.979 euro in termini di aiuti statali fra cassa integrazione, assunzioni ed investimenti nella sanità, sospensione e taglio delle tasse, ristori, sussidi, contributi a fondo perduto etc. etc. (Fonti Bankitalia/MEF). Sufficienti? Gli altri stati europei han fatto di più versando una media di 2.518 euro pro capite (+539 euro rispetto alla media italiana). Come l’Italia solo la Spagna, che di “aiuti” ne ha visti pochi (1.977 euro pro capite), l’Austria ha erogato 3.881 euro per ogni abitante (+1.902 euro rispetto a noi), il Belgio 3.688 euro (+1.709 euro), i Paesi Bassi 3.443 euro (+1.464 euro), la Germania 2.938 (+ 959 euro) e la Francia 2.455 euro (+476 euro rispetto all’Italia).
Mentre abbiamo a che fare ancora con chiusure che compromettono pesantemente molte attività, anche o soprattutto a causa dei ritardi degli indennizzi erogati dal governo, la situazione è addirittura peggiorata: devono ancora essere versati gli indennizzi dei mini-lockdown imposti negli scorsi mesi di novembre e dicembre, a distanza di tre mesi. Un ritardo che sta mettendo in seria difficoltà tantissime micro e piccole attività commerciali ed artigianali, come le continue proteste insieme a qualche disordine sta purtroppo confermando in questi giorni.
Non è soltanto un discorso di tempi, il nuovo “decreto Sostegno” non convince ancora le partite IVA perché i tempi di erogazione si sono allungati ingiustificatamente e perché questa misura non include ancora stanziamenti pubblici in grado di compensare non soltanto una quota significativa dei mancati incassi, ma anche una parte delle spese fisse che le attività in lockdown, devono ugualmente continuare a sostenere.
E’ in questo scenario che gli operatori economici devono confrontarsi oggi verso il futuro. A fronte di insufficienti o precari aiuti è normale che speranza (esse minuscola naturalmente) si rivolga ad una campagna vaccinazione efficace che permetta quanto prima possibile le agognate riaperture.
Si ma, obiettivamente, quando avverranno e cosa sarà dopo le riaperture? Secondo lo studio OCSE in Italia la ripresa sarà più lenta e diseguale. Dopo il brusco calo nel 2020, il Pil dovrebbe aumentare del 4,3% nel 2021 e del 3,2% nel 2022. Per ora però ancora nessun segnale di ripresa. Così le chiusure continuano ad opprimere le attività, sorrette soltanto dai sostegni/ristori governativi insufficienti.
La crescita dell’offerta di posti di lavoro, soprattutto per le persone poco qualificate, le donne e i giovani, tornerà solo nel 2022, ovvero dopo una diffusa campagna vaccinale, e soltanto in quel momento sarà possibile prevedere il ritorno al consumo con contestuale rallentamento del risparmio precauzionale (chi ha timori verso il domani non spende volentieri, si sa).
Gli investimenti e le esportazioni ripartiranno gradualmente nel settore manifatturiero. I blocchi delle attività e l’incertezza da Covid-19 peseranno fino all’immunizzazione generale. Gli investimenti dovrebbero ripartire anch’essi nel 2022, poiché gli investimenti pubblici aumenteranno e le imprese dei settori più resilienti come la produzione, inizieranno a intraprendere investimenti innovativi per restare al passo.
Più penalizzato, il settore dei servizi che, al contrario, si riprenderà più lentamente poiché la domanda interna e il turismo rimarranno deboli fino a quando un vaccino efficace non sarà ampiamente diffuso.
Nel settore i fallimenti e i prestiti in sofferenza aumenteranno, non soltanto in Italia, dove comunque si registreranno velocità diverse di ripresa su basi regionali specie se in coincidenza con le migliori condizioni climatiche stagionali.
Non volendo chiudere l’analisi nel pessimismo, uno sguardo ai futuri comparti di ripresa: le intenzioni dei consumatori sembrano infatti penalizzare alcune categorie di consumo e avvantaggiarne altre. A pagare più di tutti il prezzo della pandemia, delle nuove paure o delle mutate abitudini, saranno soprattutto i trasporti pubblici, ma anche abbigliamento, calzature, abbonamenti, pay tv risentiranno pesantemente del timore della riduzione dei redditi nelle famiglie. La casa, rifugio autentico durante la pandemia, rimarrà uno dei caposaldi del post-Covid; un italiano su 5 sogna la domotica, quasi 4 su 10 ragionano su ristrutturazioni o efficientamento energetico, e ai primi posti nella lista dei desideri compaiono anche le spese per rinnovare l’arredamento, i grandi elettrodomestici (lavatrice, lavastoviglie…) e persino i robot da cucina. Ancora un italiano su 2 investirà su un nuovo smartphone, tablet, pc, smart tv per non correre il rischio di rimanere escluso da ogni interconnessione; anche i pagamenti on line, l’e-grocery e il delivery saranno sempre più frequenti ma soltanto col perdurare delle chiusure. Con le riaperture, finalmente, le cose che oggi più mancano in assoluto agli italiani: dalla colazione al bar, allo sport palestre e fitness, pizzerie e ristoranti, luoghi di cultura e divertimento (cinema teatri concerti parchi tematici) insieme ai servizi alla persona. Resistere si, ma per ripartire quanto più presto possibile.

Dott.Daniele Andretta

Studio Societario Tributario Andretta

studioandretta@yahoo.it