La sindacalista in prima fila fra i no-pass vestiti come nei lager. Il Dg Zulian:”Grave danno d’immagine per l’Ospedale”
Giusy Pace, dipendente dell’Ospedale Maggiore e dirigente del sindacato FSI-USAE, in prima fila e principale organizzatrice della sfilata di sabato scorso che sta provocando unanime sdegno.
Giuseppa Maria Pace, dirigente del sindacato FSI-USAE e dipendente dell’Azienda Ospedaliero Universitaria Maggiore della Carità di Novara, ha sfilato in prima fila sabato in centro città, insieme a qualche decina di manifestanti, indossando anch’essa le casacche a strisce, che volutamente richiamavano gli internati nei campi di concentramento nazisti.
Una presenza che non è passata inosservata, vista anche l’eco mediatica creata dal video realizzato dalla giornalista Cristina Iannò, subito pubblicato da L’azione di Novara e poi ripreso da decine di testate, nazionali ed internazionali.
Giusy Pace, già Presidente dell’Associazione IDU (Istanza Diritti Umani), è oramai da tempo sull’Aventino, avendo sposato alcuni argomenti no-vax ed essendo capofila delle proteste novaresi dei no green-pass. Per questi motivi richia anche la sospensione dal lavoro presso l’ospedale Maggiore di Novara.
“Pur rispettando il diritto di chiunque di manifestare – afferma in comunicato stampa il Direttore Generale dell’AOU Maggiore delle Carità Gianfranco Zulian – non possiamo non rilevare i contenuti vergognosi e indegni di una società civile quale la nostra. Paragonare le norme sul green pass ai campi di sterminio è un abominio che dimostra anche l’assoluta mancanza di conoscenza di quel terribile periodo storico. Rileviamo un grave danno d’immagine nei confronti dell’Azienda, per questo valuteremo nei prossimi giorni se e quali provvedimenti adottare”.
Una presa di posizione netta dell’Ospedale Maggiore, che per altro fa seguito a quella del Segretario Generale della FSI-USAE Adamo Bonazzi, che ha sospeso Giusy Pace dal sindacato, revocandogli tutte le cariche, ritenendola per altro, la principale organizzatrice della manifestazione.
“Come FSI-USAE prendiamo le distanze da questi comportamenti che non possono essere in alcun modo giustificati indipendentemente dalle ragioni che vi stanno alla base – spiega Bonazzi in un comunicato – la federazione si è espressa con chiarezza sulla questione vaccinale ribadendo la propria linea a governo e parlamento con atti ufficiali; a nessuno dei nostri dirigenti verrà consentito di gettare nel cestino la linea politico-sindacale della federazione e agire a titolo personale nel mentre si fregia degli incarichi del sindacato”.