La stanza di Molly giovedì al Faraggiana di Novara. Sul palco l’attrice Chiara Petruzzelli in un monologo artistico ispirato all’Ulisse di James Joyce
Per la rassegna «Città in scena», giovedì 2 maggio, il teatro Faraggiana di Novara propone «La stanza di Molly», scritto dal pittore novarese Paolo Colombo con l’attrice Chiara Petruzzelli protagonista sul palco: una sorta di monologo sul ruolo della donna e i luoghi comuni che ancora esistono nella società di oggi, senza la pretesa di creare manifesti o seguire particolari tematiche femministe.
Punto di partenza è l’ultimo capitolo dell’Ulisse di James Joyce, dedicato a Marion Bloom, la «Molly» di Leopold Bloom. L’incontro con Paolo Colombo e il confronto con l’interpretazione visiva dell’Ulisse nei suoi 110 quadri hanno permesso di stemperare il timore reverenziale verso un’opera tanto complessa e significativa dal punto di vista letterario e linguistico. In particolare Molly offre una straordinaria possibilità di fusione tra carne e pensiero, mente e cuore, realtà e immaginazione. Poiché si tratta di un monologo interiore a tutti gli effetti, dice la regista Alessia Vicardi, «non esistono censure alla sua esposizione dei fatti e Molly, nell’associare passato e presente, sogno e realtà, desideri e considerazioni su se stessa, sul marito, sui suoi numerosi amanti, sul ruolo che le donne devono ricoprire in società, sulla necessità per lei di essere semplicemente infedele, è un personaggio sincero». La Molly interpretata da Chiara Petruzzelli, «non espone alcun manifesto, non si identifica in nessun movimento. Lei vive quello che pensa e non sa di essere potenzialmente sovversiva».
Tuttavia i temi da lei toccati «sono gli stessi che ancora oggi le donne sentono come essenziali alla propria emancipazione da un certo sguardo maschile, dall’atteggiamento che ancora tende a classificare e relegare le donne al ruolo di madri-mogli fedeli oppure prostitute. Molly è una donna che si piace e che sa di piacere, non prova vergogna per i propri istinti e canta i suoi numerosi “sì” alla vita».