Era il 1993 quando Laura Boselli, impiegata comunale, prende una decisione che le cambierà completamente la vita. Si licenzia e va a vivere in Costarica dove trova un lavoro come accompagnatrice turistica.
“Una fuga? Sì forse lo era, ma anche una ricerca interiore… Cambiare vita era ormai un desiderio, un bisogno. Sentivo la necessità di mettermi in gioco, ancora una volta”.
“In Costarica vivevo a contatto con la natura, con ritmi completamente differenti rispetto a quelli cui siamo abituati qui. Ho persino lavorato diversi mesi nella jungla, in un resort bellissimo; ma per raggiungerlo, da dove abitavo, il percorso era impervio e si doveva attraversare un fiume con la canoa. C’era sempre un ragazzino ad accompagnarmi, Herson, non lo dimenticherò mai”
“Un giorno non trovandolo al fiume chiesi alla madre dove fosse e lei mi rispose che era andato a scuola, come io gli avevo suggerito. Gli dicevo sempre di studiare e che lo studio era importante. Evidentemente avevo fatto breccia e mi sentivo orgogliosissima. Ma mai mi sarei aspettata le parole di quella madre, dopo “se ti piace te lo regalo! Tanti ne ho altri otto”. Non so descrivere le mie sensazioni in quel momento… Credo di essere rimasta di sale. Una delle esperienze più forti della mia vita!”.
“Dopo tre anni di vita in Costarica sono tornata a Novara. Ormai avevo realizzato che la fuga di cui avevo bisogno non era quella e che avrei dovuto imparare a crescere. Sono tornata cambiata, diversa, trovandomi finalmente bene con me stessa. Sono anche stata fortunata, perché sono riuscita a riottenere il mio posto di lavoro grazie ad una norma straordinaria in vigore all’epoca”.
“Ma gli anni in Costarica non li dimenticherò mai. Ci sono state esperienze forti che mi hanno insegnato l’importanza del confronto del dialogo e soprattutto la riscoperta di valori che credevo dimenticati”.
Oggi Laura lavora ancora in Comune, nella segreteria del Sindaco. Si è anche diplomata in riflessologia plantare, una sua passione da sempre: “I piedi spesso sono le parti meno considerate del corpo umano. Eppure ci sorreggono, ci consentono di muoverci, sono alla base di noi. Meriterebbero più attenzione nel nostro equilibrio psicofisico”.