Sarà che il tema della disoccupazione è all’ordine del giorno da troppo tempo… Sarà che nessuno in materia sembra in grado di proporre soluzioni dagli effetti di un qualche peso, nel breve e medio periodo… Certo è che oggi, dopo l’incontro tra il presidente della Regione Piemonte Sergio Chiamparino ed i rappresentanti della Fiom, sulla questione delle migliaia di lavoratori che hanno perso il posto di lavoro e che da quest’anno non avranno più accesso agli ammortizzatori sociali, fa un po’ “strano” trovarsi riproposto l’ennesimo “tavolo” fra organizzazioni datoriali e sindacati.
Eppure è quello che è accaduto anche in queste ore.
L’incontro era stato organizzato su richiesta appunto della Fiom che ha denunciato come 5400 lavoratori siano di fatto già fuori dalla fascia degli ammortizzatori sociali: una questione che riguarda in particolare il settore metalmeccanico.
“Se guardo ai dati macroeconomici – ha spiegato Chiamparino – vedo i segnali di una timida ripresa, trainata soprattutto dall’export, in settori che tradizionalmente non impiegano molta manodopera. Resta da capire come questo si potrà tradurre sul piano di un aumento della domanda interna. Immagino comunque che ci troveremo davanti ad uno scenario migliore a quello dell’anno trascorso. Come Regione, solo pagando i debiti pregressi, immetteremo sul mercato un miliardo e mezzo di liquidità”.
Il dramma riguarda in particolare la possibilità di ricollocare adulti di età compresa fra i 50 ed i 60 anni, per i quali è molto più difficile immaginare un reingresso nel mondo del lavoro. “Dobbiamo individuare percorsi specifici – ha detto il presidente – nel rispetto della libertà d’impresa”. I sindacati chiedono che una quota delle auspicate future assunzioni riguardino proprio questa tipologia di lavoratori, ma il tema è complesso. Da qui evidentemente la necessità di un confronto più serrato con le associazioni dei datori di lavoro.
Un aiuto potrebbe venire dall’utilizzo del Fondo sociale europeo, come ha meglio specificato l’assessore al Lavoro, Gianna Pentenero: “Tenendo conto che i fondi europei non sono infiniti e che occorrerà avere il coraggio di abbandonare le politiche che non hanno avuto successo, per intraprenderne di nuove, si possono trovare delle azioni da perseguire mirate alla ricollocazione. Stiamo anche aspettando di conoscere dal governo a quanto ammonteranno i finanziamenti per le politiche attive del lavoro, che potrebbero costituire un altro filone di intervento, pur sapendo che non avremo le risorse sufficienti per rispondere a tutti. Alcuni progetti, poi, sono già in campo, come quello di anticipo della pensione per chi era rimasto senza lavoro a tre anni dal congedo, un percorso interrotto dal cambio ai vertici dell’Inps, ma che contiamo di riprendere”.
Sui fondi comunitari è intervenuta anche l’assessore alle Attività produttive, Giuseppina De Santis: “Intendiamo costruire dei progetti e delle linee di lavoro comuni fra Fondo sociale europeo e Fesr, in modo da poter sostenere gli investimenti delle imprese e parallelamente la qualificazione professionale delle persone. L’obiettivo è quello di facilitare sia le imprese che cercano professionalità specifiche sia le persone che vogliono entrare o tornare sul mercato del lavoro e per far questo hanno bisogno di aggiornamento professionale. Vogliamo inoltre usare i 120 milioni di euro previsti nel Fesr per l’efficientamento energetico degli edifici pubblici non a fondo perduto bensì come strumento di leva finanziaria, in modo da favorire un volume di investimenti tale da avere impatto non solo sulla qualità dell’aria e sulla bolletta energetica delle pubbliche amministrazioni, ma anche sulla creazione di posti di lavoro e auspicabilmente sul consolidamento di una filiera produttiva specializzata”.