Quel giorno è arrivato: Tiziana e Cristiano, a giugno, hanno coronato il proprio sogno d’amore. Si sono sposati nella piccola chiesetta di Sant’Eusebio, frazione di Oleggio, dove Cristiano ha vissuto tutta la sua infanzia e la sua adolescenza, finchè non ha conosciuto la sua compagna. Ma quelle emozioni, quei legami e quelle tradizioni che aveva vissuto fin da bambino, non lo hanno mai abbandonato e il giorno del suo matrimonio è stata l’occasione per tornare un po’ al passato e per creare qualcosa che potesse essere scalfito dal tempo. Qualcosa che allo stesso tempo ricordasse la sua storia e diventasse simbolo dell’unione che stava per unirlo a Tiziana.
Il simbolo del matrimonio, si sa, è la fede nuziale: e proprio quella fede, ha deciso Cristiano, avrebbe rappresentato tutta la sua vita, anche quella nuova insieme alla propria fidanzata.
“L’idea era quella di creare delle fedi speciali – ci spiega Cristiano – Non i soliti anelli che si acquistano in gioielleria, ma qualcosa che ci ricordasse chi siamo stati, qualcosa che in qualche modo non ci facesse dimenticare le nostre rispettive storie”.
E Cristiano, una storia, ce l’ha ed è una storia fatta di tradizione, di territorio, di legami familiari: “Da bambino accompagnavo mio papà nella vallata del Ticino. In quegli anni, una delle attività principali di questa zona era la ricerca dell’oro, un lavoro meticoloso svolto tra i sassi e la sabbia del fiume”.
Ad Oleggio, i cercatori d’oro sono stati molti nell’epoca della guerra: persone che, diventate anziane, hanno insegnato ai propri figli e ai propri nipoti un’arte che oggi è più difficile da seguire, ma pur sempre affascinante ed intrigante.
Un’arte fatta di pazienza, di fatica, di intere giornate trascorse sotto il sole alla ricerca di qualche residuo di oro lasciato dal fiume, magari dopo una piena. Un lavoro che richiede molti sacrifici, ma soprattutto tanta passione.
Cristiano, di fatto, è rimasto uno degli ultimi cercatori d’oro nella zona del Ticino. Certamente uno tra i più giovani.
C’è voluto del tempo, tanto tempo, per recuperare l’oro necessario. Ma Cristiano ce l’ha fatta: ha raccolto 20 grammi di oro puro e l’ha portato da un gioielliere. Iniseme a quei 20 grammi, sono stati usati 4 grammi di lega, 2 di argento e 2 di rame. Il tutto è stato fuso, fino a formare un piccolo lingotto di oro 750 da cui, dopo la lavorazione, è stato estratto un filo unito fino a formare la forma di una fede. Anzi di due fedi: quelle che Cristiano e Tiziana si sono scambiati il 13 giugno, giorno del loro matrimonio.
“Queste fedi mi ricorderanno per sempre la mia infanzia, il tempo passato con mio papà e con altri amici al Ticino, le giornate di fatica, ma anche di risate e di emozioni”.
La piena dello scorso autunno ha aiutato: “Ha smosso le acque che hanno fatto riaffiorare un po’ di oro. Quando sono rimasto in cassintegrazione ho ricominciato la mia ricerca, un po’ anche per divertimento, un po’ per non dimenticare le nostre radici. E quando ho conosciuto Tiziana e abbiamo deciso di sposarci non ho avuto alcuna esitazione: le nostre fedi dovevano essere speciali. E più speciali di così…”.
Oggi si trova molto meno oro nelle anse del Ticino e sono pochi i ricercatori rimasti, poco incoraggiati da una grande fatica e da risultati poco gratificanti, se non si ha la pazienza giusta per attendere la piena ideale che non sempre arriva.
Ma la storia non si cancella: la storia si legge, si impara, la si ascolta. Cristiano l’ha addirittura scolpita nel suo ricordo tramite quegli anelli che diventano simbolo della sua infanzia e della sua vita, passata, con la sua famiglia, e futura, con Tiziana