E adesso iniziano i guai. Dopo il gioco del rimpallo di responsabilità sulla spiacevolissima vicenda della pronuncia della Corte dei Conti nascosta al consiglio comunale, l’opposizione passa da una mozione di sfiducia inizialmente rivolta all’assessore al Bilancio Dulio ad una mozione di sfiducia direttamente riferita al sindaco Ballarè. Il quale, ieri, in consiglio comunale si è assunto “la responsabilità politica della scelta fatta, a tutela – dice lui- della città e dei novaresi, perchè Novara ha bisogno di manutenzione, interventi e operazioni che solo con l’approvazione del bilancio possiamo avviare”. Che la responsabilità di una scelta di questo tenore fosse del tutto politica, già lo avevamo capito, anche se il povero Dulio, nell’ultima commissione, si era immolato sull’altare di Ballaré facendosi carico della decisione di non comunicare al consiglio le osservazioni della Corte poichè non avrebbero in alcun modo influito sul bilancio previsionale che, proprio in quel momento, si stava cercando di approvare. Un bel groviglio, sbrogliato ieri da Ballarè il quale ha concluso la giornata con parole poco lunsinghiere e al limite del minatorio rivolte al consigliere Perugini di cui abbiamo già dato notizia.
Ci sono dieci giorni di tempo per convocare l’apposito consiglio comunale al cui ordine del giorno ci sarà la mozione di sfiducia nei confronti del primo cittadino di Novara, presentata dall’opposizione al completo.
“La deliberazione della Corte dei Conti – scrivono i consiglieri di minoranza – reca importanti rilievi relativi ad una grave situazione di cassa (residui attivi il credito di euro 1.717.620,45 vantato nei confronti di AcquaNovara VCO s.p.a. per la restituzione dell’anticipazione di liquidità, sebbene lo stesso sia riscuotibile soltanto dal 2025; una bassa riscossione delle entrate proprie ed una elevata cancellazione di residui attivi tributari; gravi ritardi nell’esecuzione di diverse opere pubbliche, talora con slittamento di numerosi anni; pagamenti a società partecipate senza alcun preventivo impegno e senza attivare la procedura di riconoscimento del debito)”. Osservazioni che in diversi interventi sono state riprese anche dalla stessa opposizione nel corso della seduta di approvazione del bilancio previsionale 2015, sebbene la pronuncia della Corte si riferisse al consuntivo 2012-2013.
La minoranza mette anche in luce che “i rilievi della Corte dei Conti, sopra citati, sono chiaramente riconducibili ad azioni che il Comune deve porre in atto in modo urgente, quindi con evidenti riflessi anche sul bilancio 2015; tali rilievi avrebbero comunque avuto indubbie ripercussioni sulla discussione e sulle proposte di emendamenti dei Consiglieri relativi al bilancio di previsione 2015”. Peraltro, la “mancata informazione al consiglio comunale della sussistenza e dei contenuti della deliberazione della Corte dei Conti, in occasione dell’esame del bilancio di previsione 2015, è in contrasto con lo stesso dispositivo della deliberazione n.43 della Corte che dispone la trasmissione del documento al Consiglio Comunale; con l’art. 148-bis, comma 1, del d.lgs. n.267/2000 (TUEL), il quale dichiara che “Le sezioni regionali di controllo della Corte dei conti esaminano i bilanci preventivi e i rendiconti consuntivi degli enti locali, per la verifica del rispetto degli obiettivi annuali posti dal patto di stabilità interno, dell’osservanza del vincolo previsto in materia di indebitamento dall’articolo 119, sesto comma, della Costituzione, della sostenibilità dell’indebitamento, dell’assenza di irregolarità, suscettibili di pregiudicare, anche in prospettiva, gli equilibri economico-finanziari degli enti”; con l’art. 21, comma 1, del Regolamento del Consiglio Comunale il quale dice che “I consiglieri comunali hanno diritto di ricevere tutte le informazioni necessarie per l’espletamento del loro mandato in conformità alle disposizioni contenute dallo Statuto e nelle vigenti disposizioni di legge”; con l’art. 43, comma 2, del d.lgs. n.267/2000 (TUEL), il quale stabilisce che “I consiglieri comunali e provinciali hanno diritto di ottenere dagli uffici, rispettivamente, del comune e della provincia, nonché dalle loro aziende ed enti dipendenti, tutte le notizie e le informazioni in loro possesso, utili all’espletamento del proprio mandato”; con l’art.13, comma 2, dello Statuto del Comune di Novara: “Ai consiglieri comunali sono assicurati i diritti di informazione previsti dalla legge. A tal fine i consiglieri hanno diritto di ottenere tutte le notizie e le informazioni necessarie per l’espletamento del loro mandato”.
Non sono state fatte, inoltre, comunicazioni in merito da parte del sindaco, secondo quanto stabilito dall’art.40, comma 1, del Regolamento del Consiglio Comunale, all’inizio del Consiglio Comunale del 30 Marzo u.s.”. Insomma, un comportamento contro tutte le disposizioni e normative di legge e i classici e minimi doveri previsti nel ruolo di Sindaco.
“I comportamenti sopra descritti sono inoltre lesivi del diritto di informazione al Consiglio Comunale, minano in modo inequivocabile il necessario rapporto di correttezza che deve esistere tra organi istituzionali per un equo e produttivo funzionamento dei lavori del Consiglio Comunale”.
Da qui scaturisce la richiesta di sfiducia al Sindaco.
Tempi duri per Ballaré che, proprio in uno dei prossimi consigli comunali, dovrà fare i conti con altre importanti questioni: accanto alla sua sfiducia, dovrà essere discussa anche la questione relativa all’assessore all’urbanistica Bozzola sulla spinosa e poco chiara vicenda del progetto di ristrutturazione dell’Albergo Italia. Con tutte le grane che si dovranno affrontare, insomma, gli ospiti delle stanze di Palazzo Cabrino hanno davvero poco da star sereni!