Emergenza abitativa in primo piano nel bilancio di fine anno della Giunta Canelli, fra case popolari da recuperare e la partita del Campo Tav. La chiusura della struttura di via Alberto da Giussano, che ha accolto migliaia di persone finite sotto sfratto, è fissata al 31 dicembre 2018. Al momento ci vivono 260 persone, per cui nei prossimi mesi sarà necessario trovare una soluzione abitativa. Ma non è questo l’unico “cruccio” che pende sulla testa del sindaco, come ha ammesso lui stesso nella conferenza di fine anno, accanto a tanti progetti che puntano allo sviluppo della città.
“All’inizio del 2017 ci vivevano 290 persone e nel corso dell’anno ne sono uscite 60 – hanno spiegato Canelli e l’assessore alle Politiche sociali Emilio Iodice – Avevamo predisposto degli incentivi per favorire lo svuotamento del campo, ma molti hanno preferito non richiederli e partecipare al bando Atc per le case popolari, perché nelle loro condizioni potevano ottenere 5 punti, 10 se vivevano lì da più di due anni”. Il risultato è che i primi 50 posti della graduatoria sono occupati da questi nuclei familiari, che vivono in via da Giussano. “Ora stiamo verificando le informazioni fornite alla presentazione delle istanze. Queste famiglie potranno lasciare il campo mammano che si libereranno degli alloggi conformi alle loro esigenze, come il numero dei componenti del nucleo”.
Canelli spinge anche sul recupero di alloggi popolari, ma promette di fare di più. “Quest’anno siamo riusciti a rimettere a posto 77 appartamenti, contro i 35-40 della media degli anni scorsi. Per il 2018 puntiamo a recuperarne 100. Solo così si possono dare risposte concrete all’emergenza abitativa”. Nei mesi scorsi sono state evitati 700 sfratti, poi saliti a 1.000, a carico di morosi colpevoli (chi non paga il canone, pur avendone la facoltà economica). “Intanto proseguono i piani di rientro che, pur fra tante polemiche per le tempistiche, sono partiti, anche grazie all’assessore regionale Augusto Ferrari – ha sottolineato il sindaco – con un iter che ora verrà applicato in tutto il Piemonte”.
Altra nota dolente per Canelli è stato il dimezzamento dei cantieri di lavoro per disoccupati: “Purtroppo siamo riusciti ad attivarne solo 20 contro i 40 previsti, perché non sono arrivati fondi previsti dalla Regione. Fondi a cui siamo riusciti a sopperire solo grazie a un finanziamento una tantum da 300.000 euro del ministero dell’Interno. Ma resta un progetto che vogliamo continuare ad attuare, sia per i risvolti sociali sia perché la manutenzione in parchi e giardini pubblici ha riscosso un ottimo feedback”.