
Matteo Salvini al Cantelli, prima dell’estate
Tutto congelato. Chi sperava che l’intervento di Matteo Salvini, ieri sera a Torino per il “nazionale” del Carroccio, fosse in qualche modo risolutore nella querelle che divide il movimento sulle candidature per la segreteria del Piemonte (con la contrapposizione fra il salviniano Riccardo Molinari e la lady cuneese Gianna Gancia) è indubbiamente rimasto deluso. Ma d’altra parte non poteva essere altrimenti data l’imminenza della manifestazione dell’8 novembre a Bologna, che per la Lega rappresenta uno snodo importantissimo. Quindi è ragionevole pensare che Salvini abbia deciso di soprassedere per non creare eccessive fibrillazioni.
“Cercate di mettervi d’accordo” sembra sia stata l’esortazione del segretario, anche se alla prova dei fatti un accordo sembra davvero difficile: sulla carta la Gancia potrebbe avere i numeri per spuntarla, mentre dall’altro lato Molinari era stato indicato per rappresentare l’immagine di quella discontinuità di cui la Lega ha bisogno come il pane per crescere in Piemonte.
Ma sono in tanti ormai a credere che la salomonica decisione potrebbe avere vita breve: ovvero il commissariamento targato Savoini subito dopo la kermesse bolognese.
Ma anche a Novara le acque si sono agitate ieri sera e non poco: con le dimissioni di una larga fetta dei componenti della segreteria provinciale – 9 su 16 – questa è di fatto decaduta e con essa il segretario Luca Bona (che già era stato oggetto di una mozione di sfiducia). Una fine ingloriosa per l’ex fedelissimo di Cota (che a sua volta si era reso protagonista negli anni passati di una serie di espulsioni di peso dentro la Lega novarese, ormai ridotta numericamente ai minimi termini) “tradito” dal suo stesso nume tutelare, ovvero l’ex governatore.
Accusato di aver appoggiato da subito Gancia, ma in verità reo di essere stato troppo tiepido nei confronti della candidatura a Sindaco di Alessandro Canelli (al pari di altri dentro la Lega, forse più cauti), Bona ha affidato ai social uno sfogo comprensibilmente amaro: “Nell’incontro con Salvini – scrive – ho spiegato i motivi delle mie posizioni, come a lui anche a me interessa che la Lega conquisti il Piemonte e la guida della città di Novara, ma non tutte le informazioni che gli hanno dato sono corrette, soprattutto nei riguardi di chi ora viene indicato come candidato della Lega. Sono convinto di quel che penso, ho la coscienza pulita e la schiena dritta”.
Il riferimento più che mai esplicito è verso Canelli, rappresentato a suo tempo a Salvini come l’uomo che avrebbe potuto unire il frammentato centrodestra novarese. Alla prova dei fatti non è così, tanto che ormai non si contano gli appelli e le esortazioni dei potenziali alleati verso Canelli stesso, perché faccia un passo indietro o, in alternativa, si sottoponga, come altri, al giudizio delle primarie che ormai buona parte del centrodestra chiede a gran voce.
D’altra parte era stato lo stesso Salvini a Novara ad ipotizzarle “qualora non si arrivi ad una candidatura unitaria”… Quindi…
Anche l’eventualità che la Lega rinunci ad una candidatura torinese “in cambio” di quella novarese è ormai tutta da verificare: pare infatti che il Carroccio sia orientato a Torino a sostenere il notaio Morano, con buona pace di paventati accordi di desistenza con gli alleati sotto la cupola di San Gaudenzio.
Dunque ad oggi la confusione pare totale. Certo è che la Lega si presenta ancora una volta alle elezioni comunali di Novara spaccata in due come una mela… E che ciò non sia foriero di grandi risultati per il centrodestra novarese… Insomma… E’ nella storia…