Le ragazze della Casa Accoglienza Piccolo Bartolomeo hanno incontrato la cusiana Emmanuela Cagnola, che nel raccontare la sua straordinaria vita “normale” senza braccia, ha insegnato loro come dipingere con i piedi.
“E’ stato un laboratorio intensissimo, che ha suscitato grande interesse nelle ragazze, che hanno formulato tante domande e dimostrato grande interesse”. Così Mario Metti presidente dell’associazione Mamre, racconta l’esperienza delle ospiti della casa accoglienza “Piccolo Bartolomeo” di Borgomanero, che giovedì scorso (20 settembre 2018) hanno incontrato Emmanuela Cagnola, per apprendere i primi rudimenti della sua arte “pedestre”. La 45enne di Pettenasco originaria dell’Uganda, non solo vive, lavora, studia, guida e fa le faccende domestiche senza gli arti superiori, ma riesce a dipingere con straordinaria espressività.
Alle ragazze ospiti della casa accoglienza, ha fatto infilare i pennelli fra le dita dei piedi e spiegato loro come si comincia a vivere, raccontare e dipingere il mondo “visto da sotto” come dice Emmanuela. L’arte l’ha imparata da un suo illustre concittadino, il compianto Maestro Mauro Maulini scomparso proprio a Pettenasco nel 2012, non prima di aver insegnato molto a quella ragazza strappata ad una fine che in Uganda sarebbe stata segnata dalla sua disabilità, ma che è stata scongiurata dalla famiglia Cagnola di Pettenasco che l’ha portata in Piemonte sul lago dì’Orta quando era piccolissima.
Dopo aver raccontato il romanzo della sua vita, Emmanuela ha fatto provare alle ragazze la pittura pedestre, con il pennello infilato in mezzo all’alluce, ovviamente non senza difficoltà, facendole restare sbalordite dalla naturalezza con la quale realizza i suoi dipinti, che poi espone. Emmanuela Cagnola, che ha cominciato seguendo il corso di Gilberto Capo ad Omegna, è ora un artista a tutto tondo che ama anche la moda. Laureata poi al Polimoda di Firenze, ha poi conseguito una seconda laurea in Filosofia e Comunicazione all’Avogadro con il professor Maurizio Lana. Emmanuela Cagnola ha saputo dare una lezione di pittura, ma soprattutto un esempio di forza, che per delle ragazze in un momento della propria esistenza difficile, può rappresentare uno stimolo molto più efficacie di qualsiasi parola. “Siamo rimasti tutti colpiti – conclude Metti – dalla straordinaria forza di questa donna senza braccia. Riflettendo sulle volte che noi ci fermiamo davanti alle prime, minime, difficoltà che incontriamo”.