Presentato, nell’ambito dei giovedì in Biblioteca, a margine del settimo centenario della morte sul rogo del gran maestro dell’ordine templare Jacques de Molay il volume “I Templari nel territorio novarese” di Salvatore Fiori, edito per i tipi di Interlinea. L’incontro è stato moderato dallo storico Giancarlo Andenna.
Il libro costituisce una sintesi di anni di ricerche sulla presenza templare a Novara e dintorni grazie alla profonda conoscenza da parte dell’autore di quasi tutto il territorio analizzato, lo stesso nel quale egli è nato e ha vissuto da sempre, e ad un’accurata e personale verifica sui luoghi e sugli edifici studiati. In particolare Sant’Apollinare, San Genesio e Santa Maria della Masone. Un’attenta indagine storica che si inserisce all’interno di un vivace dibattito che contrappone l’ultimo rinnovato interesse per i templari all’avversione di buona parte del mondo accademico che sino a non molti anni fa, scrive Salvatore Fiori nella prefazione, “snobbava ed eludeva l’argomento ‘templarismo’ considerandolo poco interessante, privo di spessore storico e relegandolo al mondo dell’esoterismo o della massoneria”.
Pochi e già noti documenti e testimonianze, da cui parte Fiori, smentiscono molte delle macchinose teorie e identificazioni topografiche, grazie alla semplice contestualizzazione storica di luoghi, fatti e personaggi. La ricerca di Salvatore Fiori infatti si è sviluppata grazie alla contestualità oggettiva, come le evidenze geografico-topografiche, la storia del territorio di appartenenza e all’analisi tecnico-architettonica delle tracce materiali.
Il volume è corredato da un’ampia sezione di immagini a colori e si rivela di grande interesse per i molti lettori appassionati di letteratura sui Templari e non solo.
«Singolare destino ha segnato tutte le mansioni, chiese e proprietà templari, un tempo esistenti nella diocesi di Novara (più o meno estesa come l’attuale provincia di Novara, parte del VCO e piccola parte del Pavese), condannate dal tempo e da eventi sfortunati a subire l’incertezza del dubbio di attribuzione o anche la semplice identificazione del sito di collocazione. La scarsità o l’unicità dei documenti che citano i luoghi è frequentemente caratterizzata, anche nei manoscritti antichi o originali, da riferimenti nebulosi o equivoci; a questo si deve sommare il fatto che, come forse in nessun’altra parte d’Italia, sono stati sistematicamente distrutti gli edifici e celate anche le tracce residue per la profonda e febbrile antropizzazione del territorio».
Insomma se siete curiosi di conoscere una parte della storia di Novara che nessuno narra mai… Questo è il libro che fa per voi!
Salvatore Fiori, I Templari nel territorio novarese (Interlinea, pp. 104, euro 20)
Manuela Peroni Assandri