Lotta alla mafia, in 6 mila a Novara per la Giornata in ricordo delle vittime. Novara ha ospitato il corteo regionale promosso da Libera
Circa 6 mila persone provenienti da ogni parte del Piemonte, e fra loro tantissimi giovani e studenti delle scuole, hanno partecipato stamattina a Novara alla ventiquattresima «Giornata della memoria e dell’impegno in ricordo delle vittime innocenti delle mafie». La tradizionale marcia promossa dal coordinamento di Libera è partita dallo stadio Silvio Piola di viale Kennedy per arrivare in centro, all’insegna del motto «Passaggio a NordEst. Orizzonti di giustizia sociale».
In piazza Martiri, dopo i saluti istituzionali, la lettura degli oltre mille nomi di persone assassinate in Italia dalla criminalità organizzata. Dai vertici regionali e provinciali di Libera il grido «no alla mafie e no alla corruzione», con un accenno ai recentissimi arresti dell’altro giorno, diciassette, in un’operazione partita da Cuneo. Il sindaco del capoluogo Alessandro Canelli ha invitato «a non abbassare la guardia»: «Apparentemente la provincia di Novara sembra non essere interessata dal fenomeno, ma le inchieste del passato, di Milano e Torino, ci dicono che occorre vigilare. Siamo vicini a Milano, dove la mafia è nell’economia. Nel Novarese hanno abitato e abitano persone coinvolte in queste operazioni. L’arma che noi dobbiamo usare è quella culturale. La mafia prospera nel silenzio. La parola è invece uno straordinario mezzo per combatterla».
Alla lettura dei nomi hanno partecipato anche il questore, il prefetto, i rappresentanti delle forze dell’ordine, delle associazioni di economiche, di volontariato e i parenti di alcune delle vittime.
Nella pausa pranzo la festa e la musica. Poi chiusura nel pomeriggio con seminari di approfondimento in varie location della città
La giornata è nata nel 1995 in risposta alle stragi mafiose. L’obiettivo degli organizzatori di portare quella regionale a Novara è stato proprio quello di accendere i riflettori su un territorio di confine e sollecitare l’attenzione dei cittadini e le istituzioni su fenomeni e reati spesso vicini alla malavita organizzata, come l’usura, le estorsioni, la tratta a scopo di prostituzione.