Nuove parole d’ordine a Novarello, in occasione della presentazione di Charly Ludi come nuovo direttore sportivo. La squadra sarà un mix fra giovani ed esperti, ma resta solo chi mostrerà di avere le giuste motivazioni.
Ludi per ricucire lo strappo:”Voglio una squadra in cui identificarsi”
Le scuse ufficiali per la bruciante retrocessione, la società azzurra non le ha fatte proprio platealmente, ma i primi atti del nuovo corso targato Novara calcio, ci assomigliano molto. Non c’è solo la nomina di Carlalberto Ludi, presentato ieri a Novarello nel ruolo di nuovo direttore sportivo. La promozione dell’ex capitano, è un segnale chiaro per tentare di riallacciare il filo colpevolmente interrotto con la tifoseria, ma ci sono soprattutto le parole pronunciate dallo stesso Charly, e pure dal dg Paolo Morganti, uscito allo scoperto in modo inatteso e positivo, a segnare forse la definitiva presa d’atto, che le distanze con la piazza si sono troppo lasciate allungare, per questo c’era assolutamente bisogno di un cambio di atteggiamento.
“La società deve assumersi le proprie responsabilità – ha spiegato Morganti nel presentare il nuovo ds – visti gli errori che hanno portato alla retrocessione, innanzitutto per ciò che concerne l’area giocatori, ma ripartiamo con tanto entusiasmo da Ludi, proprio per lasciare alle spalle una stagione così negativa”.
Carlalberto Ludi sembra sempre lo stesso ottimo ragazzo che ha guidato sul campo la banda di Tesser. alla straordinaria cavalcata vero la serie A, in realtà ha lavorato e studiato parecchio per essere pronto a giocarsi tutte le proprie chance nella nuova veste. “Dopo il corso a Coverciano – spiega il nuovo ds – ho preso un Master in ‘Sport e intervento psicosociale’ dove si approfondiva il tema della gestione gruppi di lavoro e capacità comunicativa” la finalità è quella di riuscire ad entrare in relazione con la gente “un ambito a cui sono particolarmente vocato, che ho fatto mio anche da giocatore”. In effetti Charly Ludi è sempre stato portato a relazionarsi in modo positivo e propositivo in tutti i gruppi in cui si è trovato, esercitando una naturale e riconosciuta leadership. “Ho cercato di sfruttare questa attitudine – spiega Ludi – e farla diventare una competenza, perchè penso che questa sia un’area lavorativa molto importante”. In buona sostanza per il nuovo ds, il mercato è solo un aspetto del lavoro, la resa effettiva dei giocatori, a prescindere dal loro valore tecnico, la si ottiene e migliora, sapendosi mettere in relazione ogni singolo col gruppo; insomma, esattamente quello che è mancato principalmente mancato nella maledetta stagione appena trascorsa. Questa discrasia ha finito per far perdere la necessaria empatia con la piazza, e le parole di Ludi sembrano confermare la piena presa di coscienza della società: “E’ stata l’annata nella quale la città si è meno identificata con la squadra – conferma Charly – dobbiamo partire da questo, per creare un gruppo che sappia trasmettere identità, orgoglio per la maglia, una squadra nella quale riconoscersi”.
Ma di che squadra parliamo? “Cominceremo col fare dei colloqui individuali, perchè ripartiamo da una retrocessione, e personalmente ho bisogno di agonismo, furore, voglia di riscatto, partecipazione: dobbiamo ricreare entusiasmo” dice Ludi, che conferma la linea giovane, a cominciare dalla promozione in “prima” di almeno 3/4 ragazzi dalla super Primavera di Giacomo Gattuso, ai quali affiancare giocatori di categoria “che abbiamo la volontà e la disponibilità a sposare il progetto”. Si ma di che progetto parliamo, con quali reali obiettivi? “L’ambizione c’è – spiega ancora il ds azzurro – vogliamo un approccio al lavoro quotidiano estremamente intenso, coinvolto e determinato, l’obbiettivo non va annunciato, ma determinato tramite il lavoro quotidiano”. Sulla questione allenatore, dopo aver raffreddato (anche se non escluso) alcuni dei nomi che cominciano a girare (Brocchi, Breda) sembra che in effetti la decisione non sia stata ancora presa “Comincerò a vagliare tutte le posizione, incluso Di Carlo, è ancora presto – spiega Ludi – ma intendo il mio ruolo come accompagnamento, nel dialogo, senza pressioni od invasioni di campo”.
Il valore umano di Charly Ludi non si può discutere, la preparazione al ruolo è un fatto oggettivo, come è tale che parliamo di una scommessa, che però ha tutte le carte in regola per essere vinta. Se c’era qualcuno che meritava questa opportunità, questo era proprio il capitano azzurro, l’uomo che forse ha il pedigree più adatto a ricostruire un clima di fiducia ed entusiasmo dolorosamente dilapidato.