Maestre escluse: “Problema che ricadrà su 400 bambini disabili in tutta la provincia di Novara”.
Cara maestra, dove sarai a settembre? Se lo chiedono i bambini delle scuole elementari di Novara, dopo l’esclusione delle docenti non laureate dalle graduatorie.
Hanno realizzato disegni e scritto lettere, anche al sindaco, per capire cosa accadrà a settembre. Al momento, infatti, nessuno sa saranno le loro maestre ad accoglierli in classe il prossimo primo giorno di scuola. Il problema degli insegnanti esclusi dalle Gae (graduatorie a esaurimento) è esploso a inizio 2018, subito dopo le festività natalizie, ma con il passare delle settimane emergono retroscena a dir poco paradossali sulla questione.
La vicenda tocca 400 maestre e maestri in provincia di Novara, che insegnano alle scuole d’infanzia e primarie. Oltre al tema occupazionale, che riguarda i docenti, “c’è un problema di carattere sociale: a farne le spese, infatti, saranno anche i bambini disabili e tutti coloro i quali hanno diritto all’insegnante di sostegno. Stiamo parlando di 400 bimbi in tutta la provincia di Novara”, sottolinea la delegazione di escluse Gae, che questa mattina (21 febbraio) ha partecipato a un incontro con la stampa promosso dal sindaco Alessandro Canelli.
“Come ogni anno, a settembre siamo stati chiamati noi 400 per coprire i sostegni – continuano – perché non esistono insegnanti che abbiano una preparazione specifica sul sostegno. Fra noi c’è gente che da ormai 15 anni fa il tappabuchi. E che lo fa anche per tutta la classe quando manca il docente di classe, evitando al Ministero di dover pagare un supplente esterno. (A settembre i sindacati avevano denunciato che in provincia di Novara non c’erano più insegnanti “in panchina”, da far intervenire in caso di malattie o altre assenze prolungate da parte dei docenti di ruolo, ndr). Eppure ora sembra proprio che non serviamo più”.
“Così facendo non si garantisce la continuità didattica ai bambini più vulnerabili, nonostante sia sancita da una legge – sottolinea Silvia Carfora, insegnante del comprensivo Bellini – A ogni inizio anno, dopo le chiamate per le cattedre vacanti, si deve ripartire da zero: conoscere il bambino, le sue patologie e la sua famiglia, che è costretta a confidarci problemi, sofferenze e questioni molto personali”. “Io ad esempio seguo lo stesso bambino da 3 anni – aggiunge la collega Vittoria Spataro – ma è solo per puro caso che sia andata così”.
“Si tratta di una situazione kafkiana – commenta Canelli – nella quale si ritrovano concentrati sulla pelle di questi lavoratori della scuola tutti i mali della burocrazia italiana. Per questo motivo abbiamo immediatamente deciso, per quanto rientra nelle nostre competenze istituzionali, di appoggiare le rivendicazioni di queste persone che vivono un momento di grande difficoltà personale e professionale a causa di un contesto ingiusto e poco chiaro. Da parte nostra abbiamo presentato una mozione,durante la seduta del 5 febbraio del Consiglio comunale, che è stata approvata all’unanimità. Inoltre ho inviato una lettera al Consiglio dei ministri, al ministro Valeria Fedeli. Come Comune la nostra possibilità d’intervento nel merito è tutta relativa, ma continueremo a sollecitare le istituzioni competenti, anche quelle che andranno al Governo dopo il 4 marzo, perché questo è un problema che tocca 400 insegnanti, ma anche altrettanti bambini e famiglie novaresi”. All’incontro in Comune erano presenti anche le insegnanti Daniela Toscano, Giuseppina Golvelli e Daniela Farisio: “Siamo venute a rappresentare tutti quelli come noi, in Italia siamo 46.000”, sottolineano.