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Novara

Maggiore, obesità e chirurgia: “mettiamoci in buone mani”

Maggiore, obesità e chirurgia: “mettiamoci in buone mani”. All’ospedale di Novara attivo un team di specialisti. Riso: “Il bisturi dovrebbe essere l’ultima risorsa”.

“In Italia ogni anno si effettuano circa 24mila interventi di chirurgia dell’obesità. Tra i motivi che inducono i pazienti a sottoporsi all’intervento ci sono la certezza di ottenere benefici e di perdere peso, quanto meno nel breve-medio termine – spiega il dottor Sergio Riso, direttore della struttura complessa “Scienza dell’alimentazione e dietetica” dell’Azienda ospedaliero-universitaria “Maggiore della Carità” di Novara – Tuttavia il bisturi dovrebbe essere l’ultima risorsa per chi è obeso. In effetti, il trattamento chirurgico bariatrico è solo uno dei possibili approcci terapeutici all’obesità e dovrebbe quindi essere eseguito presso centri che possono offrire anche trattamenti non chirurgici (dieta, esercizio fisico, dieta chetogenica, terapia farmacologica, trattamenti endoscopici)”. Al Maggiore è attivo, nella struttura di Scienza dell’alimentazione, un ambulatorio di chirurgia bariatrica, dedicato alle persone affette dal problema dell’obesità che cercano una possibile definitiva soluzione nell’intervento chirurgico. Il Maggiore offre ai pazienti la possibilità di avvalersi di un team multidisciplinare di specialisti. “I nostri contatti con l’equipe chirurgica, gastroenterologica, endocrinologica e con gli psicologi clinici sono pressoché quotidiani – dice il dottor Riso – La nostra equipe multi professionale si fa carico della corretta selezione del paziente, a partire dal grado di obesità e dalla presenza di patologie associate”. L’intervento viene ritenuto idoneo in alcuni specifici casi, come ad esempio, al di là di valutazioni strettamente tecniche, un’obesità di durata superiore ai 5 anni, il dimostrato fallimento di precedenti tentativi di perdere peso o di mantenere la perdita di peso con tecniche non chirurgiche e la piena disponibilità ad un prolungato monitoraggio post operatorio. “L’esclusione di disturbi psicologici o psichiatrici e del comportamento alimentare, oltre alla valutazione delle abitudini alimentari, permette poi di individuare il tipo di intervento più appropriato e di riconoscere i casi più complessi da avviare a percorsi integrati particolari”. La prima valutazione, per accedere a questo tipo di servizio, è effettuata presso l’ambulatorio dedicato all’interno della struttura di “Scienza dell’alimentazione e dietetica”, tramite impegnativa del medico curante per “Prima visita medica e dietistica per chirurgia bariatrica”. “Prima di affidarsi ciecamente, fidandosi del sentito dire, della testimonianza di un amico, della pubblicità su Internet – dicono dall’azienda ospedaliera – è importante informarsi e verificare di persona anche tramite il valido aiuto del medico di medicina generale. Non bisogna aver fretta di ricorrere ad una soluzione di fatto irreversibile, ma considerata erroneamente semplice da chi ha una visione solo parziale del problema”.