Riqualificare la spesa sanitaria, ridurre gli sprechi e tornare ad investire: con questi obiettivi è stata approvata questa mattina, in giunta regionale, la delibera di revisione della rete ospedaliera piemontese che consentirà, entro tre anni, un risparmio di 400 milioni di euro da girare all’edilizia sanitaria e alle tecnologie più avanzate necessarie negli ospedali piemontesi.
Obiettivi che, in realtà, i piemontesi hanno già sentito diverse volte. Del resto, il problema della sanità regionale è molto semplice: per anni, tanti anni, si è speso molto più di quello che arrivava dallo Stato. 8 miliardi da Roma non sono praticamente mai stati sufficienti a coprire le esigenze delle aziende sanitarie ed ospedaliere piemontesi. Spendi spendi, si è arrivati ad una situazione drammatica con i conti in rosso oggi sottoposti a piano di rientro e a rigoroso controllo (alla stregua di un commissariamento) della sanità piemontese.
Il percorso di riforma dell’assessore Saitta, approvato formalmente in data odierna, non è poi così distante da quello avviato dalla giunta Cota con l’assessore Paolo Monferino. Il Patto per la Salute, stabilito dal Governo, è il faro al quale le regioni devono guardare per mettere in sesto la propria sanità, laddove ce ne sia bisogno. Ed ecco, dunque, che dalla delibera di giunta della rete ospedaliera, emerge quanto potete vedere.
Per la nostra zona, comprensiva della vicina provincia del Vco, dove si sta discutendo se scegliere Verbania o Domodossola come ospedale spoke, rimane ovviamente l’Aso di Novara, ossia l’Ospedale Maggiore, l’hub di zona, la struttura che, nella riforma Monferino, era definita “di riferimento”. Borgomanero, Vercelli, Biella, Domodossola o Verbania ospedali spoke, Borgosesia e Domodossola o Verbania ospedali di base. Nulla di trascendentale: le scelte vengono compiute in base alle specialità presenti e ai volumi di attività. Non compare Galliate: ci chiediamo che fine farà… Anche se è probabile che venga contemplato nell’ambito della struttura di Novara e considerato più una succursale che non un ospedale a se stante…
6 ospedali hub, 20 ospedali spoke, 8 ospedali di base e 6 pronto soccorsi.
Ma in quali tempi verranno applicati i nuovi indirizzi? Lo precisa l’Assessore alla Sanità della Regione Piemonte Antonio Saitta: “L’attuazione concreta di questa delibera di programmazione, che applica il decreto Balduzzi ed il Patto della salute, sarà il primo compito dei nuovi direttori generali delle Asl e delle Aso, nella primavera prossima” . I nuovi direttori, dice Saitta: infatti ad aprile scadranno gli incarichi degli attuali dirigenti, ma a fronte dell’annunciata rivoluzione relativa alla riduzione delle aziende sanitarie (con l’annuncio che sarebbero presto state ridotte a sei, una per provincia) in realtà si provvederà alla conferma del numero delle attuali poltrone. Solo uno slogan dunque? Mah! Staremo a vedere!
Lo scoglio più grande, il Piemonte dovrà superarlo domani quando la delibera sarà portata come atto di impegno politico al cosiddetto Tavolo Massicci a Roma, al Ministero dell’Economia che poi la dovrà approvare entro i prossimi mesi, presumibilmente nella prossima convocazione di marzo 2015.
“Ci presentiamo a Roma – dice Saitta – con una grande mole di lavoro svolta dalla Giunta Chiamparino nei primi cinque mesi di attività, consapevoli di avere l’onere di scelte difficili, spesso impopolari e sempre rinviate nel passato. Noi vogliamo uscire dal Piano di rientro, per ridare dignità al Piemonte”.
E poi continua l’assessore: “Per i cittadini non ci saranno rivoluzioni, la revisione della rete ospedaliera pubblica non comporta alcun disservizio per gli utenti, anzi: nei prossimi due anni porterà ad un reale aumento di efficienza nei reparti. Oggi le strutture complesse attive negli ospedali pubblici del Piemonte sono 842, con una frammentazione eccessiva di personale e con una produzione che troppo spesso non raggiunge i volumi necessari per garantire parametri di sicurezza agli ammalati. L’accorpamento li porterà entro i prossimi due anni ad averne solo 668; nelle strutture private le strutture complesse sono 185 e diventeranno 148. Non ci saranno né licenziamenti, né riduzioni di personale: a partire dal 2015 ci saranno invece incrementi di personale medico ed infermieristico. La nostra programmazione serve a valorizzare le numerose eccellenze della nostra sanità, ma soprattutto a garantire ai piemontesi un servizio sanitario che fermi l’emorragia di mobilità passiva verso altre Regioni”.
I dati relativi alla mobilità passiva, in effetti, sono preoccupanti: la produzione è calata del 3% ma senza la contestuale riduzione dei costi ed è aumentata la mobilità passiva verso altre Regioni, il cui saldo è diventato negativo di 30 milioni nel 2013.
Saitta promette che non ci saranno riduzioni di posti letto nelle strutture “bensì una diversa distribuzione che comporterà un aumento importante di posti letto di continuità assistenziale sull’intero territorio: ne abbiamo indicati in delibera ben 1330 in più, una prima risposta alla richiesta di tante famiglie che dopo il ricovero ospedaliero chiedono soluzioni per gli ammalati, spesso anziani, prima del rientro in famiglia. Questa la grande differenza rispetto alle scelte della precedente amministrazione regionale”.
Due anni per attuare la delibera: “Questo – conclude Saitta – ci consente di completare il confronto sul territorio e con i sindaci e la popolazione, spostando alla fine del 2015 la scelta su alcune situazioni di particolare rilievo: ad esempio dove collocare nel territorio del Vco geograficamente penalizzato il pronto soccorso rafforzato di servizi essenziali ed il Dea di I livello, così come di valutare il mantenimento della classificazione di I livello per strutture come il Martini”.
Il dibattito è aperto: e proprio questo sarà l’altro grande scoglio che l’assessore Saitta, se vorrà portare a casa il risultato promesso, dovrà superare. Uno scoglio che, per molti amministratori e tecnici, si è rivelato insuperabile: si chiama “politica” ed è quello che, spesso, ha innalzato un muro insormontabile che ha impedito la concretizzazione di tante buone idee che, con il tempo, avrebbero certamente dato i propri frutti…