L’Ospedale Maggiore aveva aderito volontariamente al progetto “Empowerment e Umanizzazione degli Ospedali” promosso dal Ministero e fatto proprio dalla Regione Piemonte. Tre anni di valutazione da parte di un team composto da Cittadinanza Attiva e non solo e un risultato: l’ospedale Maggiore, in termini di umanizzazione, empowerment ed equità, risulta aver ottenuto una media al di sopra di quella regionale tra le dieci aziende che hanno partecipato al programma.
L’obiettivo era quello di perseguire il miglioramento della qualità dei servizi offerti e dei rapporti con il paziente in termini di umanizzazione (ovvero servizi più vicini alle esigenze dei pazienti), empowerment (ovvero coinvolgimento e partecipazione attiva del paziente) ed equità (ovvero uguaglianza di trattamento).
A tal proposito, è stato costituito un gruppo di lavoro composto da 5 volontari individuati e formati da Cittadinanza Attiva (che raggruppa le associazioni di volontariato) e coordinati dall’ingegner Bruno Franco Ferraris, dell’Associazione per la Tutela dei diritti del malato di Novara e da 3 referenti aziendali, incaricati dalla direzione dell’Aou. Il percorso di realizzazione è durato tre anni ed ha previsto 144 punti di valutazione.
«Il primo passo – spiega Ferraris – era individuare e schedulare l’esistente per quanto riguardava i processi assistenziali e organizzativi orientati alla specificità della persona, accessibilità e vivibilità dei luoghi di cura, accesso alle informazioni, semplificazione e trasparenza e infine cura della relazione con il paziente/cittadino. Il secondo era definire il possibile piano di miglioramento ed il terzo momento è stato la verifica di quanto realizzato e individuazione delle criticità da sistema con tempistiche correlate».
L’azienda ospedaliero-universitaria Maggiore di Novara, pur con le problematiche logistiche e strutturali (ambientali) correlate alla vetustà degli edifici, ha ottenuto risultati incoraggianti.
Uno dei punti più critici ha riguardato l’ambito informatico, in cui è indispensabile un intervento di coordinamento a livello regionale per meglio definire la piattaforma comune a tutte le aziende.
Conferma Ferraris: «In Piemonte ci sono più di cento strutture, tra pubbliche e private accreditate e ognuna ha un suo proprio sistema informatico che quasi sempre non “dialoga” con gli altri. La Regione, giustamente, sta cercando di omogeneizzare i sistemi informatici, per arrivare ad un sistema comune».