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Novara

Maltrattamenti alla madre, assolta la figlia

Maltrattamenti alla madre, assolta la figlia. Finita a processo dopo la denuncia dell’anziana, la donna, cinquantenne, è stata assolta dal giudice

Le accuse che pendevano sul capo di una cinquantenne residente nel novarese  erano delle più pesanti: quelle di aver maltrattato, offeso, e in qualche occasione anche picchiato, l’anziana madre affetta da una grave patologia nel periodo in cui la donna si era trasferita a casa della figlia. Tutta la vicenda era venuta a galla quando l’anziana, all’epoca dei fatti ultrasettantenne, era stata ricoverata, per un controllo, in un ospedale specializzato in Lombardia. Era stato infatti al momento delle dimissioni che la donna aveva riferito agli infermieri di non voler più tornare a casa perché la figlia la maltrattava. E nel suo racconto era stata dettagliata e minuziosa: insulti, strattoni, schiaffi, umiliazioni e mortificazioni, oltre a comportamenti, quali ad esempio lasciarla per ore nella vasca da bagno se non fosse riuscita ad uscirne da sola minacciando anche di affogarla, che, a suo dire, le avevano ingenerato un costante stato di tensione e paura. E così quando la figlia si era presentata in ospedale per riportare a casa la mamma, si era sentita negare l’affidamento; e dalla direzione  avevano contattato altri congiunti per riportarla a casa, insieme ai quali poi l’anziana si era recata dai carabinieri per denunciare la figlia. Un comportamento, quello della cinquantenne che, per l’accusa, si sarebbe protratto per anni; due per l’esattezza, nel corso dei quali l’anziana sarebbe stata sottoposta sistematicamente a penose condizioni di vita. Lei, l’imputata, per parte sua ha sempre negato ogni addebito. La madre era gravemente malata e i farmaci che assumeva provocavano anche uno stato di profonda confusione, come quando, ad esempio, riferiva della presenza nella sua camera da letto di altre persone; ma l’anziana, ascoltata in incidente probatorio, aveva confermato tutte le accuse contro la figlia. Nel corso del dibattimento sono stati  ascoltati numerosi testimoni tra cui l’altra figlia della donna, che ha negato la sussistenza dei maltrattamenti, e anche un’assistente sociale che aveva seguito l’anziana. Il pubblico ministero in conclusione di requisitoria aveva chiesto la condanna per la donna a 1 anno e 6 mesi di reclusione, la difesa, l’assoluzione;  il giudice l’ha assolta per insufficienza di prove.