Manifatturiera novarese: stabile la produzione, in calo il fatturato. I risultati della 192esima Indagine congiunturale relativa al trimestre luglio-settembre.
Luci ed ombre per l’industria manifatturiera novarese nel terzo trimestre dell’anno: tra luglio e settembre si riscontra una sostanziale stabilità della produzione mentre il fatturato evidenzia un calo del -2,2%. Rispetto alle altre aree piemontesi coinvolte dalla 192a “Indagine congiunturale sull’industria manifatturiera”, Novara si posiziona a metà nella classifica delle performance provinciali relative alla produzione, guidate da Alessandria, meno favorevole, invece, il posizionamento relativo al fatturato, che vede Novara collocarsi all’ultimo posto. L’indagine ha coinvolto nel Novarese 225 imprese, per un totale di oltre 10.700 addetti ed un fatturato superiore ai 3,7 miliardi di euro.
“L’andamento dell’industria manifatturiera provinciale si dimostra altalenante anche nella seconda parte dell’anno – commenta Maurizio Comoli, presidente della Camera di Commercio di Novara – La produzione si attesta su valori stazionari, mentre il fatturato evidenzia una flessione più significativa rispetto al periodo aprile-giugno , interrompendo così la lunga serie di incrementi consecutivi messi a segno nei trimestri precedenti. Le imprese guardano al futuro con prudenza, vista anche l’incertezza degli scenari geopolitici, in continua evoluzione. Siamo di fronte a un quadro che rischia di bloccare gli investimenti e quella fisiologica propensione al rischio, distintiva dell’attività d’impresa, che deve invece poter contare su un contesto di supporto favorevole per esprimere il suo potenziale di sviluppo”. Per quanto riguarda le prospettive, a livello generale la prevalenza degli imprenditori novaresi ha espresso aspettative improntate alla stabilità per il trimestre successivo alla rilevazione, vale a dire il periodo ottobre-dicembre 2019: in particolare per gli ordinativi esteri è stato ipotizzato un andamento stazionario da parte di sei intervistati su dieci. Gli intervistati rimanenti si sono suddivisi tra ottimisti e pessimisti, con una quota maggiore di ottimisti nei saldi di opinione relativi a produzione e fatturato e di pessimisti, invece, in riferimento agli ordinativi interni.