Una bella vetrina che, però, all’interno si sta svuotando. E’ allarme degli ambulanti del mercato coperto di viale Dante che, a distanza di pochi mesi dall’inaugurazione della nuova struttura, lamentano numerose defezioni da parte dei clienti. “C’è un regolamento, ci sono delle regole che però non vengono rispettate né fatte rispettare”. E’ lo sfogo di Giorgio Ingold, ambulante e rappresentante del neoeletto comitato di gestione del mercato.
“La questione dei sei giorni in cui è possibile lavorare al mercato è stata annunciata a luglio, ma a tutti gli effetti è stata deliberata solo poco fa – continua Ingold – il tutto a nostro discapito, perchè la clientela si è disaffezionata. I posteggi vuoti nel padiglione lungo sono tanti. Gli spuntisti arrivano al mattino, finiscono di scaricare il camion alle 9-9.30 e alle 11.45 sono già lì di nuovo con i mezzi davanti all’ingresso. Chi vogliamo che entri in quelle condizioni? Cosa facciamo, due ore di mercato?”.
“Abbiamo già segnalato più volte la questione, ma nessuna risposta. Non si attengono alle regole e c’è un solo vigile che controlla la struttura per cinque giorni alla settimana. Non mi pare sufficiente…”.
E poi altri problemi più tecnici: “Le lampade per scaldare non funzionano perchè pare che il contatore sottostimi i consumi. Ci sono le porte di emergenza, ma non c’è la planimetria che le segnala, con il rischio che si apra una porta e si vada a finire nel vuoto”.
Il mercato, per gli ambulanti, almeno da quelli fissi che lavorano in viale Dante come fossero nel proprio negozio, ha una funzione anche “sociale. I nostri clienti vengono da noi, acquistano, ma scambiano anche due chiacchiere con noi e magari con chi incontrano. Ci vuole tempo per costruire una vicinanza di questo genere. Nel giro di pochi mesi, con tutti i problemi che abbiamo avuto e che abbiamo (prima il caldo, ora il freddo, i posteggi, il montacarichi ecc) ne abbiamo perso davvero tanti”.
Ora sarà il comitato ad affrontare queste problematiche: “Faremo sentire la nostra voce – conclude Ingold – In una struttura così bella si può e si deve fare di più”.