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Novara

Migranti in alloggi privati: ma lo Stato non paga da mesi e le famiglie fanno dietrofront

Gli arrivi sono sostanzialmente quotidiani. Oggi, in provincia di Novara, si contano 660 migranti.

In tutto, in Italia, ne sono arrivati, da gennaio ad agosto, 105 mila, si stima una chiusura di anno pari a 140 mila, in linea, secondo il Governo, con i numeri del 2014.

Nel Novarese, i migranti vengono collocati nelle strutture alberghiere che hanno partecipato e che si sono aggiudicate il bando, ma gli spazi non sono più sufficienti. Si va quindi alla ricerca di abitazioni gestite da privati. Sono diverse le famiglie novaresi che, avendo un appartamento sfitto, l’hanno messo a disposizione della Prefettura per l’accoglienza dei migranti, con l’obiettivo di guadagnarci qualcosa. Peccato che lo Stato, secondo fonti degli uffici prefettizi, sia fermo da mesi con i pagamenti, tanto che diversi affittuari si stanno tirando indietro, con il rischio di avere problemi seri nell’individuare alloggi per queste persone.

E mentre si fatica, sul territorio, ogni giorno per trovare una sistemazione a queste persone, dalla Regione l’assessore all’immigrazione Monica Cerutti lancia lo slogan “In Piemonte a fare la differenza è la qualità dell’accoglienza” puntando sui contenuti di un Piano regionale per l’accoglienza dei flussi non programmati approvato dalla Giunta regionale.

Sette azioni tra cui la realizzazione di un vademecum, un dialogo costante con i sindaci, la presenza della Regione sul territorio… Tra le altre compare anche il “ripopolamento dei comuni montani: è obiettivo della Regione promuovere attraverso gli assessorati competenti e l’Uncem azioni volte a favorire il ripopolamento dei borghi abbandonati in terreni alpini e più in generale aree soggette a fenomeni di abbandono residenziale coinvolgendo i migranti”.

Piccoli comuni come ne sorgono nelle zone montane di Vco o nel Vercellese potrebbero dunque essere utilizzati come “valvola di sfogo” per individuare spazi di residenzialità sempre più carenti, alla luce dell’aumento del numero di migranti che stanno arrivando sul territorio italiano. Un’iniziativa che ha suscitato parecchie critiche, soprattutto per le modalità della proposta, ma anche in termini di prospettive future.