Minacce e violenze ai medici, fenomeno sommerso. In distribuzione ai “camici bianchi” novaresi un questionario per fotografare la realtà locale.
Violenza, minacce, pressioni ai medici; in corsia, al pronto soccorso, alla guardia medica o in ambulatorio. “Sicuramente i casi, non eclatanti, ci sono anche a Novara – dice Federico D’Andrea, presidente dell’Ordine provinciale – Il fenomeno, in termini di violenza verbale o di minacce, esiste ma gli episodi non vengono denunciati”. E proprio per portare a galla una realtà, che nelle sue forme meno gravi è tutt’ora sommersa, anche l’Ordine dei Medici di Novara ha predisposto un questionario, anonimo, che è stato distribuito a tutti i professionisti novaresi. “E’ in distribuzione – conferma D’Andrea – e a breve vedremo i risultati sul piano locale”. Dell’argomento se n’è parlato nella due giorni dedicata alla formazione che si è tenuta recentemente a Bari dove si sono incontrati i rappresentanti degli Ordini di tutta Italia. “Il questionario, che nei mesi scorsi è stato sottoposto ai medici italiani – aggiunge – ha fornito dati che nemmeno si potevano immaginare: la metà ha subito, nell’ultimo anno, aggressioni verbali; il 4% è stato vittima di violenza fisica; più del 56% di chi ha subito violenza ritiene che l’aggressione potesse essere prevista; oltre il 38% degli operatori sanitari si sente poco o per nulla al sicuro e più del 46% è abbastanza o molto preoccupato di subire aggressioni”. “La federazione degli Ordini ha messo in cantiere diverse iniziative, dall’attività di comunicazione, alla formazione, dal sostegno alle proposte di legge in materia, al monitoraggio del fenomeno – continua – E abbiamo chiesto che il reato delle aggressioni contro gli operatori sanitari fosse perseguibile d’ufficio. Questo perché il più delle volte il medico aggredito non denuncia, per vergogna, per rassegnazione, ma anche per paura, se minacciato dagli aggressori che gli intimano il silenzio. Ma il problema principale è che i medici si sentono soli, isolati. Non è un caso che solo in Italia è scoppiata la questione dei vaccini con la virulenza ben nota, segno di una perdita di fiducia nella scienza e nelle istituzioni. La nostra autorevolezza è stata erosa dal processo di aziendalizzazione della sanità e si può riconquistare interpretando bene il nostro ruolo, quel ruolo che la Costituzione ci assegna di garanti del diritto fondamentale alla tutela della salute”. Spesso, almeno così a livello nazionale, a scatenare le ire di pazienti, o di loro familiari, sono i disservizi, le attese e nel mirino finiscono in massima parte medici e personale del pronto soccorso o del servizio di guardia medica.