Monologo scritto dai penalisti in scena al Piccolo Coccia. “Confessioni di un imputato nell’anno 2039”; appuntamento il 9 maggio
Convegni, astensioni, cortei: gli avvocati penalisti di Novara si sono battuti a lungo contro l’abrogazione della prescrizione. Ora, nella speranza di intercettare il sentire della gente “comune” hanno optato per qualcosa di diverso: una rappresentazione teatrale, ““Confessioni di un imputato nell’anno 2039”, in forma di monologo scritto da Alessandro Brustia e Emanuele Ruggerone, e portato in scena da Massimiliano Perticari che verrà rappresentato il prossimo 9 maggio alle 18 al Piccolo Coccia. “Sempre più spesso – dicono dalla Camera Penale di Novara – i canali di comunicazione, media e social, cavalcano la notizia di processi che si chiudono con la prescrizione, col “retropensiero”, solitamente esplicito, del “colpevole che l’ha fatta franca”. Si tratta di una visione distorta che, abbracciata purtroppo dall’attuale governo, ha portato all’approvazione della legge con la quale è stato sostanzialmente abrogato l’istituto della prescrizione. Noi avvocati penalisti ci siamo a lungo battuti, e non smetteremo di farlo, per dimostrare quanto sia sbagliata, illiberale e pericolosa l’idea che lo Stato non debba avere un termine finale per perseguire un reato e tenere le persone sotto schiaffo, col risultato paradossale di creare l’eterno imputato (e l’eterna vittima). L’abbiamo fatto con convegni, scritti, manifestazioni, appelli e tutti gli strumenti che abbiamo avuto a disposizione. Questa volta abbiamo deciso, invece, di fare qualcosa di diverso: abbiamo scritto un monologo teatrale condensando in un unico protagonista le esperienze drammatiche di tanti nostri assistiti, vittime di una giustizia che non funziona e, con l’abolizione della prescrizione, scarica sui cittadini il soverchiante peso della propria inefficienza”. “Confessioni di un imputato nell’anno 2039” – aggiungono – è il risultato dello sforzo di chi per un giorno ha dismesso la toga da avvocato e si è inopinatamente inventato scrittore. E’ una storia drammatica ma terribilmente reale, con la quale speriamo di dare il nostro piccolo, infinitesimale contributo a una percezione meno distorta della prescrizione e della giustizia penale”.