NOVARA • Si va a rilento per la definizione dei 700 casi di morosità che hanno sulle spalle Comune di Novara e Atc Piemonte Nord: dall’inizio della procedura, sono state analizzate un centinaia di pratiche: poche e con risultati non ancora chiari. “E’ vero – spiega il presidente Atc Giuseppe Genoni – i ritmi sono troppo lenti, ma va detto che così tanti casi che necessitano una valutazione, costituirebbero una difficoltà a prescindere. Oggettivamente no si può fare di più”.
Settecento casi ancora aperti che negli anni si sono accumulati e che sono sfociati in una sorta di bomba sociale ad orologeria. Per questo si è deciso di mettere in piedi una commissione congiunta tra Regione e Comune che si occupasse di analizzare le singole situazioni e classificarle come colpevoli o incolpevoli. Peccato che le cose stiano andando decisamente a rilento e che tali valutazioni potrebbero non portare ai risultati sperati.
Se poi, ai 7oo casi citati (che arrivano fino al 2014) aggiungiamo quelli del 2015 (119) e quelli del 2016 (altrettanti), allora si fa in fretta a raggiungere quota 1000. E il problema si fa ancora più grave.
Da quest’anno, le singole situazioni, in base all’adeguamento legislativo approvato dalla Regione Piemonte, saranno valutate ogni trimestre, in modo da tenere sotto controllo i vari casi.
“Con la nuova procedura – continua Genoni – il ruolo del Comune è diretto e immediato perchè si tratta di essere vicino a chi è moroso per capirne il perchè. E’ già un passo avanti, consideriamo che in passato si aspettava almeno un anno per definire lo stato di morosità”.
“E’ sintomatico che dopo anni di incuria e di nomine politiche in Atc – aggiunge il consigliere capogruppo di Io Novara Daniele Andretta – dove a fasi alterne sia il Pd che il centrodestra hanno nominato i propri rappresentanti, il malcostume della politica non abbia mai messo mano a fondo in questa situazione. Così, abbiamo persone, tante, in attesa di essere bollate come morose colpevoli o incolpevoli, quando magari anche la loro situazione, in tutti questi anni, può essere cambiata. Ciò comporta che, ad oggi, ci siano persone oneste e davvero bisognose che si sono viste recapitare le lettere di sfratto e ancora non sanno quale sarà il loro destino. Dall’altro lato, ci sono i “furbi matricolati” che hanno responsabilità e non versano ciò che devono. L’impressione è che non ci sia la volontà di andare a fondo, visto che si mette a disposizione un numero limitato di persone. E poi c’è un problema di ordine finanziario: ci sono diversi milioni di euro di canoni da riscuotere che risultano essere ad oggi inesigibili. E Comune e Regione si rimbalzano senza che nessuno metta mano a tali valori. Un altro malcostume amministrativo e contabile che non potrà durare molto perchè arriveranno le conseguenze con effetti devastanti sui bilanci”.