Secondo alcuni dati diffusi da FirstCisl, nei piccoli comuni gli sportelli bancari stanno scomparendo e per l’Uncem ha scritto all’Abi, Banca d’Italia e Consob per denunciare le conseguenze dell’abbandono dei servizi bancari.
Sono sempre di più i centri più piccoli anche nel nostro territorio, dove la mancanza di sportelli bancari sta creando notevoli disagi, soprattutto agli anziani ed a coloro che hanno difficoltà di spostamento. Secondo alcuni dati diffusi da FirstCisl, in Italia ci sono 6.289 sportelli bancari in meno, ed il personale è sceso di 26.249 addetti e ben 383 comuni sono rimasti totalmente privi di banche. Un problema ben più serio di quanto si possa pensare, che i sindaci dei comuni situati in luoghi defilati o disagiati, segnalano ormai da cinque anni. Le chiusure degli sportelli, da parte di grandi gruppi multinazionali come di piccoli istituti di territorio, sono state da Uncem indicate come emergenze per la riduzione dei “diritti di cittadinanza” sui territori. Come scrive FirstCisl, trovando Uncem totalmente d’accordo, “a restare sguarnite sono le aree marginali, abitate da una popolazione più anziana, che si trova costretta a mantenere in casa maggiore disponibilità di contante e questo rischia di aprire la strada alla microcriminalità: il problema sociale è evidentemente sottovalutato”.
“La spoliazione di servizi e opportunità, da parte di imprese nazionali di tutti i settori, in questo caso le banche, rappresenta per il territorio montano un aumento della marginalizzazione e dello spopolamento – afferma il Presidente nazionale Uncem, Marco Bussone – emergenze che i Sindaci sono impegnati a contrastare con investimenti e sinergie. Ma a tante delle proposte fatte dagli Amministratori locali ai vertici delle banche, non vi è stata risposta positiva. Così, nonostante i tanti risparmi raccolti sui territori, gli uffici bancari sono stati chiusi”. Uncem ha da tempo denunciato che l’on line, l’home banking, non sono una soluzione, tanto più in aree montane ad alto digital divide, o in quelle zone dove internet ad alta velocità per bonifici e acquisto di azioni è un miraggio. Senza pensare alle persone anziane o di bassa scolarizzazione, che certamente sono meno avvezze all’utilizzo delle nuove tecnologie, e solo con l’accesso diretto ai bancomat di prossimità, possono ottenere il contante utile alle necessità quotidiane, che per l’acquisto di beni di prima necessità, sono quasi indispensabili nei piccoli negozi di provincia che spesso non hanno neppure il pos.
Il Presidente Uncem ha scritto una lettera ad Abi, Banca d’Italia e Consob per denunciare le conseguenze dell’abbandono dei servizi bancari, nonché per chiedere una vigilanza che non sia solo finalizzata a quanto le banche fanno, ma a come gli istituti organizzano la loro presenza sui territori. “Chiediamo ai tre soggetti, ciascuno per le proprie competenze – spiega ancora Bussone – di strutturare con il sistema degli Enti locali, attraverso la nostra Associazione, un nuovo patto per garantire servizi bancari di prossimità anche in aree a bassa densità di popolazione. Ricordiamo anche a chi forse non conosce bene i territori montani italiani che si tratta di zone ad alta vocazione turistica, estiva e invernale, dove la ‘popolazione equivalente’ aumenta e i servizi bancari, come quelli postali, sono importanti per evitare spopolamento e abbandono”.