Renzi, Renzi e ancora Renzi… I dati usciti dalle urne dopo lo spoglio per le Elezioni Europee avvenuto nella notte (per le Regionali occorrerà attendere le 15 per i primi verdetti) sono inequivocabili per quel che riguarda il capoluogo novarese: ovvero la vittoria schiacciante del Pd che si attesta sul 43,7 per cento.
Mentre non sfonda qui, come a livello nazionale peraltro, il Movimento 5 Stelle che comunque raggiunge un ragguardevole 18,4 per cento.
Cala Forza Italia che in città raggiunge poco oltre il 17 per cento e tiene, a dispetto delle previsioni la Lega (8,27) il cui messaggio No Euro ha evidentemente sfondato.
Fa capolino la lista Tsipras che si aggiudica un 3,75 per cento, di poco altre il 3,64 per cento di Fratelli d’Italia ed il 3,09 dell’Ncd di Alfano.
Riguardo alle preferenze dei singoli candidati il record nella città di Novara spetta a Mercedes Bresso con 1205 voti cui segue un altro Pd, Carlo Roccio, con 1048 voti. Matteo Salvini si aggiudica 959 preferenze, mentre Alessia Mosca (Pd) se ne accaparra 709. Altro buon risultato in casa leghista con il valsesiano Gianluca Buonanno che sotto la cupola di San Gaudenzio, conta 630 voti personali, mentre 624 vanno al “delfino” di Berlusconi, Toti. Molto più giù, con 449 voti, la “pasionaria” Meloni, cui seguono le preferenze dei candidati della Lista Tsipras con Giuliana Sgrena (252), Moni Ovadia (217) e Curzio Maltese (208). In mezzo con 220 voti di preferenza personale si piazza la leghista Maria Piera Pastore.
Risultati che comunque sono caduti come un fulmine a ciel sereno in una Novara che solo all’apparenza ha vissuto con distacco questa campagna elettorale e le cui conseguenze sono ancora da decifrare. Oggi intanto il consiglio provinciale convocato sul bilancio è stato interrotto subito causa assenza di numero legale: presenti in aula solo i consiglieri del Pd e di Ncd, mentre la maggioranza è rimasta chiusa in conclave e non si è presentata all’appello delle 11.