Buongiorno
Novara

Neurochirurgia: sala operatoria ibrida all’avanguardia

Neurochirurgia: sala operatoria ibrida all’avanguardia nel reparto del Maggiore completamente rinnovato

Via il grigio dalle pareti e spazio al verde speranza: un reparto completamente rinnovato e dotato anche di una sala operatoria ibrida, all’avanguardia a livello nazionale. Così si presenta la Neurochirurgia dell’ospedale Maggiore di Novara, diretto da Gabriele Panzarasa, al termine di un intervento di restauro durato circa due anni, “costato 700.000 euro e completamente autofinanziato – spiega il direttore generale Mario Minola – grazie a un crowdfounding, a cui hanno partecipato le fondazioni Cariplo, Comunità del novarese e Bpn, tanti privati e l’associazione Amici della Neurochirurgia Enrico Geuna, che ci hanno permesso di acquistare la nuova apparecchiatura per la sala operatoria ibrida, per un valore di circa 1 milione di euro”.

La sala è dotata di una “tac mobile miniaturizzata – spiega Panzarasa – collegata a un sistema di navigazione, utilissima negli esami cranici e spinali, perché consente un’elevata precisione durante gli interventi. Novara è stata la prima Neurochirurgia in Italia a effettuare interventi di stabilizzazione, grazie al maestro Geuna, ma allora i pazienti dovevano tornare in sala operatoria dopo gli assestamenti delle viti peduncolari”.

Un apparecchio di precisione e di eccellenza, che ha trovato spazio nel reparto completamente riorganizzato, il cui ultimo restauro risaliva agli inizi degli Anni ’80. “Le stanze sono state ridimensionate e razionalizzate e ognuna ha un proprio bagno privato (mentre prima erano comunicanti con due stanze) – spiega il progettista Vincenzo Bruno, dell’ufficio tecnico del Maggiore – Inoltre abbiamo aggiunto i tripli vetri e rinnovato gli impianti dell’acqua sanitaria e dei gas medicali. Ora ogni stanza è dotata di un dispositivo per il ricambio dell’aria e nel reparto è arrivato anche l’impianto di condizionamento”. La riorganizzazione degli spazi ha permesso la realizzazione di 15 camere (13 doppie e 2 singole) e il rinnovo di 5 studi medici, oltre a 9 locali riservati al personale del reparto. Gli interventi edili non hanno mai fermato l’attività del reparto: “I muratori entravano nelle stanze dalle finestre, tramite ponteggi esterni, per evitare di disturbare i pazienti e di sporcare il reparto. Sono stati due anni lunghi e impegnativi, ma tutti hanno lavorato come una vera squadra”, commenta la caposala Elisa Longhi.

Da sin: Bruno, Minola, Cossandi, Longhi, Panzarasa e Cesare Ponti di Fcn