A poche ore dal termine stabilito per legge per la presentazione degli “apparentamenti”, sembra ormai del tutto evidente che a Novara non ve ne saranno. I due contenenti il ballottaggio, ovvero Andrea Ballarè ed Alessandro Canelli, hanno già fatto sapere che non ricorreranno a questo strumento previsto dalla legge (che di fatto ingloba nelle coalizioni che si presentano al voto le proposte di altre formazioni che si sono presentate al primo turno).
Ma nemmeno sembrano alle viste altri accordi ufficiali o allargamenti di ipotetiche maggioranze che dir si voglia anche se, sottotraccia, le diplomazie continuano a tessere la tela.
Incassata la desistenza dei Cinquestelle che già hanno dato “libertà di voto” al Movimento (una situazione che sulla carta potrebbe avvantaggiare Ballarè, perchè, a Novara, questo elettorato ha una matrice più che altro di sinistra e per via delle “liste pulite” che il primo cittadino ha sbandierato nel corso di tutta la campagna elettorale e che in questo frangente potrebbero tornargli utili) e quella della lista di Rodini, l’altra grossa incognita resta il fronte dei moderati di cui è espressione Daniele Andretta, forte di quel 14 per cento che è la somma del suo movimento civico e di Forza Italia.
E se è vero che il partito di Berlusconi, a livello regionale, ha “invitato” i propri elettori a scegliere nelle città che vanno al voto il “candidato di centrodestra”, pur ammettendo che è finito il tempo delle indicazioni di partito, è altrettanto vero che l’esortazione, dalle parti di via Dante (nuova sede dei forzisti) non ha certo scaldato i cuori a fronte della riottosità leghista a riconoscere almeno l’onore delle armi agli avversari, anche se, assicurano “ci atterremo alle indicazioni del partito”…
A metterci una pezza dovrebbe essere la grande manifestazione organizzata per il prossimo mercoledì, con il governatore della Liguria Toti e l’europarlamentare Alberto Cirio, da sempre sponsor di Canelli, che dovrà suggellare l’appoggio ad un candidato che di fatto ha rifiutato non solo l’apparentamento, ma anche l’ingresso in giunta a qualsiasi esponente di Forza Italia.
“A noi interessa l’applicazione del nostro programma – dice Daniele Andretta di Io Novara – Perchè è nato dal confronto con i cittadini ed è la nostra bussola Dagli incontro che ho fin qui avuto con Canelli non sembra vi sia che un generico interesse e ne prendiamo atto. Peraltro a noi gli inciuci interessano ancora meno che al candidato leghista. Ovviamente il nostro movimento è nato in alternativa a Ballarè e quella è la direzione. Ma detto questo il nostro obiettivo sono le istanze del fronte moderato e civico che porteremo in consiglio comunale senza fare sconti a nessuno. Spiace perchè ancora una volta il centrodestra sembra aver perso l’occasione di mostrarsi convintamente unito e compatto. Segno evidente che le distanze ci sono e questa è una delle ragioni della nostra proposta alternativa. Ma abbiamo il tempo e gli spazi per lavorarci”.
Insomma stando così le cose è evidente come il risultato finale a Novara sia davvero un’incognita.
In effetti a voler guardare i freddi numeri, il dato più eclatante del primo turno rispetto alle passate amministrative del 2011 è quello dell’astensionismo: se la scorsa domenica hanno votato il 60,6 per cento degli aventi diritto (48,343 elettori), nel 2011 al primo turno votò il 69 per cento (55.640). Un dato che letto in filigrana fa tremare le vene nei polsi ai diretti interessati, anche perchè è presumibile che al ballottaggio, come avviene generalmente, il dato di astensione si incrementi, tanto è vero che nel 2011 alla seconda tornata, si recarono alle urne il 58,95 per cento degli aventi diritto. Senza dimenticare che il ballottaggio cade in una data davvero infelice, ovvero il 19 giugno, a scuole chiuse e si sa come in genere l’aria di vacanza non sia esattamente un incentivo ad andare al voto (fatto questo che già a suo tempo aveva sollevato le proteste degli avversari al Governo Renzi).
Quindi con tutta probabilità e salvo sorprese (peraltro auspicabili, anche perchè l’astensionismo di fatto non fa bene a nessuno) il risultato finale nella sfida tra il candidato leghista e quello renziano, potrebbe risolversi davvero in una manciata di voti.
L’altro elemento di novità è poi rappresentato dalla parcellizzazione del voto: se infatti cinque anni fa i candidati “pesanti” – ovvero i più eletti – erano risultati essere sostanzialmente due (Franzinelli che conquistò il 45,89 per cento dei voti ovvero 24500 preferenze e Ballarè che al primo turno si assestò sul 31,2 con 16.658 voti), oggi occorre considerare che Macarro (5 Stelle) ed Andretta (Io Novara) insieme hanno raggranellato circa il 30 per cento dei voti espressi. Quelli insomma che Canelli e Ballarè dovranno convincere per riuscire a spuntarla, peraltro partendo ambedue da percentuali molto inferiori rispetto al passato: Canelli con il 32,78% (15,258 voti, quasi diecimila in meno rispetto all’allora sfidante Franzinelli) e Ballarè con il 28,4 (13.221 voti ovvero tremila in meno rispetto… a se stesso nel 2011).
Ad oggi le mosse registrate per convincere gli indecisi sono state, in estrema sintesi, l’apertura ai contenuti programmatici degli avversari al primo turno da parte di Ballarè e lo spauracchio di altri cinque anni di amministrazione a guida Pd agitato da Canelli.
Difficile dire, in queste condizioni, chi riuscirà a spuntarla. Staremo a vedere…