Peggio questa condanna che non una classica, di quelle che di solito i tribunali stabiliscono. Per Gianluca Buonanno e per il Comune di Varallo Sesia l’ultima sentenza è pesantina. E soprattutto pone anche un modo nuovo di intendere la giustizia e la pena che, evidentemente, si adegua ad un’evoluzione tecnolgoica che ha decisamente cambiato i tempi che corrono…
Ricordate quei cartelli che sorgevano all’ingresso di Varallo Sesia, e in giro per la cittadina valsesiana, dove venivano apposte delle grosse croci rosse su immagini di niqab, burqa e burqini?
Come dire: qui, a Varallo, non si indossano abiti di questo genere. Immagini che, in rete e sulle testate naizonali, hanno fatto il giro dle mondo. Ebbene, un’associazione rappresentativa degli immigrati sul territorio, a suo tempo, ha fatto appello alla giustizia e ha vinto la causa. Buonanno, attuale pro sindaco, ed Eraldo Botta, sindaco, saranno costretti a pagare le spese legali, 11.500 euro. Ma questo non è l’aspetto peggiore della condanna. E fin qui… tutto nella norma. Senonchè, alla pena pecuniaria, il giudice del Tribunale di Torino ha optato per una piccola integrazione: la sentenza di condanna dovrà infatti comparire per trenta giorni consecutivi sulla home page del sito del Comune di Varallo Sesia e sulla pagina Facebook del popolarissimo eurodeputato, nonchè sulle pagine del Corriere Valsesiano, testata giornalistica tra le più lette in Valsesia.
La sentenza stupisce perchè, forse per la prima volta, la giustizia va oltre le condanne tradizionali e si inoltra in un nuovo terreno, quello che oggi conta davvero, a livello di immagine e di capillarità della notizia: ossia la rete. E gli oltre 26 mila “like” sulla pagina dell’eurodeputato leghista ne sono una riprova, specialmente alla luce di un utilizzo della rete da parte di Buonanno decisamente intenso e continuativo. Molto attivo, specialmente su Facebook, il leghista valsesiano sta per subire un duro colpo… Tutto passa dai social, oggi, da internet, tutto passa da quel mondo virtuale che poi, alla fine, così virtuale non è. Al punto che anche nelle aule di tribunale, oramai, la rete spadroneggia in tutti i sensi… Non si può più fare a meno di consultare i motori di ricerca per trovare notizie, ma anche per trovare spunti e prove a supporto di determinate cause… Eh sì: i tempi son cambiati. E se ne ha preso atto anche la giustizia…allora prepariamoci, perchè sentenze come quella che si ritorce contro Buonanno non saranno poi così insolite, d’ora in poi!