Che fossero cinquecento come dice la Questura (ma a noi i poliziotti presenti avevano dato l’indicazione di settecento) o mille come sostengono gli organizzatori, a questo punto importa davvero poco.
Quello che conta è il dato politico, ovvero che mai prima, a memoria dei presenti, nella città di Novara si era svolta una manifestazione di queste dimensioni “contro” un’iniziativa del Municipio e di una giunta, in assenza di qualsiasi big della politica nazionale.
Perché questa stata in sostanza oggi la protesta “No Musa”, la mobilitazione dei cittadini contro il nuovo piano della sosta, varato dall’amministrazione di centrosinistra e che entrerà in vigore con il prossimo mese di febbraio.
Nessuna bandiera o sigla di partito presente, anche se diversi sono stati i politici in piazza, di tutti gli schieramenti di opposizione (presenze doverose peraltro visto che pur sempre di questioni politiche si parla), per un’iniziativa nata grazie ad un tam tam sui social network che ha trovato il suo nocciolo duro nei giovani dell’Ncd, bravi a coinvolgere senza farsi prendere la mano dalla propaganda. Peraltro il movimento non è rappresentato in consiglio comunale da nessun esponente e dunque l’accusa di partigianeria è stata con facilità rispedita al mittente: “Oggi – commenta Ivan De Grandis uno dei più attivi promotori – ha vinto una sacrosanta protesta civile, fatta di persone per bene, stufe di tasse e balzelli a cui abbiamo dato voce con il Comitato No Musa”.
D’altra parte le firme in calce alla petizione presentata dal Comitato, sia attraverso internet, sia nei gazebo allestiti settimana dopo settimana hanno raggiunto il ragguardevole numero di 6.300 e sono in continua crescita. Il che la dice lunga sulla “spontaneità” della protesta, anche intuibile visto l’oggetto del contendere, ovvero il raddoppio degli stalli di sosta a pagamento delle auto.
Il corteo è partito dal gazebo in piazza delle Erbe ed ha raggiunto Piazza Matteotti, con il testa uno striscione “Nel blu dipinto di blu, Ballarè non ti vogliamo più” dove il calore della piazza si è fatto certamente sentire “No musa… a casa”.
“Diciamo NO MUSA – dice ancora De Grandis – perché questa riforma è il colpo di grazia al centro città e alle attività commerciali, perché penalizza i residenti a cui l’abbonamento non garantisce comunque il posto auto, perché penalizza gli studenti e il personale scolastico che dovranno pagare intorno alle scuole, perché penalizza anche le forze dell’ordine che rischiano di dover fare l’abbonamento per dare un servizio di grande importanza e tutela per la comunità. Insomma, un piano che riteniamo scellerato e penalizzante per tutti”.
Alla fine della manifestazione gli organizzatori hanno ricordato che sarà depositato il quesito per il Referendum e che è già stata aperta un’altra sottoscrizione online per chiedere le dimissioni dell’Assessore alla Mobilità Rigotti.
Insomma la protesta contro Musa continua…