La fallimentare parabola di Mimmo Di Carlo al Novara calcio è di fatto conclusa, ma c’è un contratto di mezzo che lo lega agli azzurri fino al giugno 2019. Se non gli arriveranno altre offerte, l’unica soluzione è un accordo di buona uscita con la società, da escludere il nobile gesto delle auto dimissioni.
Non c’è esonero, ne dimissioni; ma Di Carlo parla da ex
In una recente intervista rilasciata ad uno dei tanti (troppi) siti di calciomercato, Domenico Di Carlo, alla domanda su cosa avesse in mente di fare, ha risposto che “avrebbe guardato play-off e squadre Primavera” con il gusto serafico tipico del pensionato che che si gode il meritato riposo, dopo aver tanto lavorato e soprattutto prodotto, per se stesso e per l’azienda che lo ha avuto alle dipendenze. Che Di Carlo, malgrado un contratto lo leghi al Novara calcio fino al giugno 2019, non si senta più di fatto l’allenatore degli azzurri, e dunque libero di fare il turista calcistico, non è neppure una notizia, questo semplicemente perchè il suo fallimento è stato tale, che una sua riconferma risulterebbe quanto meno sorprendente, per non dire inopportuna ed il tecnico laziale è tutt’altro che stupido per non aver capito l’antifona. Per questo motivo però, sarebbe d’uopo che il Novara calcio certificasse al più presto il divorzio attraverso un esonero ufficiale, per togliere da ogni ulteriore imbarazzo, se medesimo ed il laziale. Il curriculum di Mimmo Di Carlo, certamente non banale, prima di Novara aveva avuto anche qualche piccolo passaggio a vuoto, ma i pochi mesi trascorsi sotto la cupola, sono partiti male e finiti peggio di qualsiasi nefasta previsione. Non ci riferiamo però, solo e soltanto ai mai risolti problemi della squadra sul campo, quanto alla timida convinzione palesata dall’ex Spezia, rispetto alla causa azzurra. Già nella conferenza stampa di presentazione, aveva destato più di qualche dubbio la “scivolata” che sapeva di “lapsus freudiano”, quando parlato della scelta Novara, come una sorta di fatto incidentale, lasciata infondo ad una rosa di alternative che non si erano concretizzate; insomma, non trovando altro… Tali premesse, analizzate col senno del poi, possono forse spiegare certe uscite fantasiose ascoltante in corso d’opera, ma soprattutto, aiutano a comprendere alcune personalissime analisi post partita, quando sembrava parlasse di cose aliene. Un allenatore che non è mai realmente riuscito ad entrare in sintonia con il gruppo, che usava metodi spicci così come modi e linguaggio, che non ha saputo rivitalizzare gli uomini cardine (Casarini su tutti), se non addirittura limitare alcune cose buone che pure c’erano (Dickmann). Gli va certamente riconosciuto un qualche tentativo di miglioramento tattico, soprattutto nella fase di non possesso, riuscito purtroppo solo a tratti. Ma paradossalmente la sua idea di calcio, si è rivelata completamente inadatta alla situazione drammatica che si profilava, per cui in realtà andavano evitati i fronzoli, per passare dal fioretto alla baionetta, soprattutto contro avversari di bassa classifica. Al punto tale da lasciarci il dubbio che persino l’involuto gioco di Corini, certamente non foriero di nessuna ambizione di media/alta classifica, avrebbe forse potuto portare in carniere qualche sofferto punticino qui a la, magari attraverso quell’atteggiamento speculativo che almeno fuori casa, aveva portato qualche inaspettato frutto nel girone di andata, e con qualche risicato e sudato punto, forse e diciamo forse, staremmo qui a parlare di un altro film. Siamo certi che per Di Carlo Novara sarà presto solo un piccola macchiolina in una carriera importante, da dimenticare in fretta. Così come siamo certi, vista la meritata stima di cui gode nel panorama calcistico nazionale, che troverà presto una piazza importante dove ricominciare. Un vero peccato che la piccola parentesi (per lui) sia diventata una dolorosissima ferita per la tifoseria azzurra, che lo aveva accolto col cuore in mano, confidando in lui con molta fiducia e speranza. Presto (se trova un’altra squadra) o tardi (alla scadenza del contratto) Mimmo Di Carlo se ne andrà, magari dopo aver concordato una buona uscita (beffa delle beffe) con la società. Nessuno può chiedere o pretendere nulla per carità, neppure un “beau geste”…ma se esistesse un mondo ideale, una storia così si concluderebbe con delle nobilissime ed apprezzatissime auto dimissioni, che non toglierebbero nulla al tecnico, ma che restituirebbero molto, moltissimo all’uomo.