Se non avete mai avuto che fare con la “popillia japonica”, sappiate che d’ora in avanti ne sentirete parlare spesso, anche nel novarese. Sì perché questo insetto – di questo si tratta – della famiglia degli scarabei ed originario del Giappone, è stato intercettato anche nei pressi del nostro territorio, più precisamente nella zona di Turbigo… Non si tratta purtroppo di un innocuo coleottero, ma di una specie che infesta e distrugge tappeti erbosi, coltivazioni, piante ornamentali e da frutto.
Un pericolo serio per l’agricoltura e che viene considerato un insetto fra i più nocivi, dopo il tarlo asiatico (che mangia l’interno dei tronchi ed è causa di pericolose cadute di alberi) e la zanzara tigre.
Una sorta di Attila per terreni e colture e per il territorio che non possiede strumenti naturali di contrasto, tanto che la Provincia di Novara ha convocato un tavolo di confronto con l’Assessore regionale Giorgio Ferrero e con le associazioni di categoria agricole, il Parco del Ticino, l’Ordine degli Agronomi, il Consorzio dei fiori tipici del Lago Maggiore ed i delegati dei Comuni già colpiti dal coleottero.
Il presidente della Provincia Matteo Besozzi e il consigliere delegato all’agricoltura Massimo Bosio hanno chiesto “interventi immediati per contrastare l’avanzata del coleottero e un protocollo per monitorare costantemente gli aeroporti e le altre zone a rischio per individuare immediatamente specie alloctone, come la popillia, e poter agire immediatamente, evitando poi di dover gestire la situazione in regime di emergenza”.
Trappole e nuove regole che limitino il movimento di terra e di fieno dal Parco del Ticino (per evitare la dispersione delle larve) sono state le principali richieste di Besozzi. Intanto in tutti i Comuni colpiti dal coleottero è stato distribuito un volantino informativo: le segnalazioni di avvistamenti, possibilmente corredati con fotografie degli insetti e delle piante colpite, devono essere inoltrati al Servizio fitosanitario regionale alla mail [email protected].
Dalla riunione è emersa anche l’esigenza di un’informazione puntuale, sottolineando comunque che “in nessuna azienda florovivaistica novarese sono stati rinvenuti coleotteri o larve, nonostante le prescrizioni stringenti che impongono controlli per evitare una eventuale diffusione del coleottero tramite l’esportazione di piante all’estero”.
Dall’assessore Ferrero sono arrivate alcune risposte: “E’ necessario costituire un gruppo di lavoro che si occupi del monitoraggio, con il contributo di tutti i soggetti interessati. Il nostro obiettivo è lavorare per debellare la popillia – ha aggiunto – porterò la questione al Comitato ministeriale delle politiche agricole, valutando la possibilità di individuare forme di indennizzo per le aziende più colpite”.
La guerra contro il piccolo e temibile Attila è cominciata…
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