Buongiorno
Novara

Il Novara calcio cambia parole e stile, Mimmo Di Carlo abbandona il sogno per tornare alla realtà

Lotta, corsa, intensità, cattiveria agonistica. L’era Di Carlo al Novara calcio, comincia con parole e concetti molto distanti dall’effimera evocazione onirica ascoltata in luglio. Cambia il vocabolario e cambia pure lo stile: dalla forma paludata di Eugenio, alla sostanza anche un po’ ruspante di Mimmo. Ha cominciato con un approccio umanistico esistenziale, come farebbe un medico che subentra ad un collega che non ha trovato la cura giusta, ma non per questo deve per forza buttare a mare una terapia, che se interrotta bruscamente, potrebbe persino provocare ulteriori danni al paziente. “In ogni uomo c’è un flusso costante teso alla realizzazione costruttiva delle proprie possibilità intrinseche, una tendenza naturale alla crescita” sosteneva Carl Rogers, per il nuovo mister, prima ancora di una efficacie traduzione fattuale sul campo, si tratta di lavorare sulla consapevolezza di ogni singolo, ma il tutto in funzione del gruppo. Il richiamo al concetto di squadra, è la costante su cui Di Carlo è tornato e ritornato durante la sua prima a Novarello, nel corso della conferenza stampa di presentazione introdotta da Domenico Teti.

Domenico Teti e Mimmo Di Carlo

Suo malgrado il ds, è inevitabilmente finito oggetto delle aspre e comprensibili critiche che la piazza ha riversato soprattutto nel tritacarne dei social, anche se quei pochi intimi che ancora vengono al Silvio Piola, per lo più si sono limitati alla disillusione.

Che la squadra fosse malaticcia purtroppo, lo si era compreso chiaramente prima che la febbre di questa classifica lo rendesse così evidente, si poteva e doveva intervenire prima probabilmente, cogliendo l’opportunità di una pausa post Chiavari, che avrebbe dato maggiori margini temporali di intervento e consentito al nuovo mister di incidere un minimo anche sul mercato, ma tant’è.. Sprecare tempo ulteriore ma soprattutto energie nell’esercizio sterile del “senno di poi” è oggettivamente inutile, il cambio in corsa non ha un certificato apporto taumaturgico, ma serve a tutti (ambiente incluso) per azzerare e provare a ripartire.

Domenico Di Carlo presentato a Novarello

Almeno in questa fase, nessuna rivoluzione tattica, per una rosa che lo stesso tecnico laziale ha giustamente definito “duttile”. Molto probabile l’iniziale conferma del 3-5-2, fra le prime variabili, l’eventuale trequartista,  con un lavoro che si concentri sul “primo non prenderle” e che almeno inizialmente lascerà da parte fronzoli stilistici, che per la verità solo Eugenio Corini era riuscito in parte a vedere. L’unica medicina che funziona è una soltanto, e prima si faranno punti, prima si comincerà ad intraprendere quel cammino di effettiva guarigione, che passa soprattutto dal Piola. Mimmo Di Carlo questo lo sa bene, per cui non stupisce che alle parole, il nuovo allenatore faccia costantemente trapelare il desiderio di far seguire subito dei fatti, cominciando dalla difficile e delicatissima trasferta di Cittadella e non è un caso che più e più volte, sia stato inutile provare a sollecitare Di Carlo, da un’orizzonte temporale che andasse oltre la trasferta veneta: “Una partita per volta” è il mantra che sembra guidare Mimmo e il suo staff, composto dal vice Claudio Valigi, il preparatore atletico Lorenzo Riela e l’analista di gara e collaboratore tecnico Martino Sofia. La piazza azzurra ha appena salutato non senza rimpianti un Eugenio Corini, massima espressione del perfetto allenatore da “conferenza stampa”; qualche piccola scivolata sui congiuntivi e la semplice ma efficacie verve espositiva di Mimmo Di Carlo, speriamo segni il ritorno a quella concretezza e voglia di fare bene, innanzitutto sul campo, che da sola basterebbe già a riacquistare parte della fiducia e della speranza andatasi perdendo nel corso della prima parte di stagione.

#BenvenutoMister #AndumaFiöi