Novara, centri massaggi e case hard: prime condanne. Tra il 2015 e il 2016 i carabinieri di Novara avevano fatto una vasta indagine contro la prostituzione, soprattutto orientale, in città
C’erano anche uomini benestanti tra i frequentatori dei centri massaggi e delle case hard chiuse fra il 2015 e il 2016 dai carabinieri di Novara nel corso di una vasta indagine contro la prostituzione nel capoluogo, soprattutto di origine orientale. Dopo il sequestro di tutti i negozi cinesi in cui si andava oltre il classico massaggio rilassante, gli incontri a luci rosse si erano spostati in appartamenti privati, dove tra gli altri era stato controllato un facoltoso commerciante di Saint Vincent. Spesso in giro per lavoro, non disdegnava qualche incontro di svago e piacere a Novara. In base a quanto verificato dai militari, ai luoghi di appuntamento si arrivava tramite annunci pubblicati in internet, dove era indicato anche il numero di telefono da chiamare. E sempre in rete c’erano anche forum con commenti, scambi di opinione, consigli sul centro migliore. Nei giorni scorsi le indagini dei carabinieri si sono concluse con due condanne in tribunale: i giudici hanno inflitto 2 anni e 6 mesi di carcere a una 35enne di origine cinese, ex titolare del centro massaggi cinesi «Sole» di via Tadini, il primo chiuso a Novara. Assolta la sorella, dipendente del centro. Secondo l’accusa, per ciascun massaggio hard, il centro incassava fino a 70 euro. Analoga conclusione anche per il processo contro l’affittuaria di un alloggio in corso Risorgimento, una donna di origine sudamericana condannata a 1 anno e 4 mesi di reclusione, con la condizionale, per favoreggiamento della prostituzione. I carabinieri avevano scoperto l’attività di prostituzione dopo le lamentele di alcuni vicini per il via vai di uomini a ogni ora del giorno e della notte. Sono in corso processi anche per il centro massaggi di corso Vercelli e per un alloggio a luci rosse di via Magistrini