Dopo undici giornate di campionato, per la prima volta nella attuale stagione, il Novara calcio torna a giocare al Silvio Piola alle 14.30 della domenica. Quello che un tempo rappresentava la normalità, è diventato un fatto eccezionale, quasi da celebrare e non solo perchè la “Toscano band” sfida l’attuale capolista Como. Siamo passati dal “perchè la domenica mi lasci sempre sola” messo in musica da Rita Pavone, al calcio spalmato come un formaggino, su tutti i giorni che il Signore ci manda in terra. A dettare i nuovi calendari, è ovviamente l’obbiettivo delle telecamere, così la partita domenicale insieme agli amici allo stadio, il più popolare rito celebrato dagli italiani fino a qualche tempo fa, ha oggi trasformato gli sportivi, in automi dotati di telecomando integrato, destinati a fare la muffa davanti al televisore.
Paradossalmente la povertà della terza serie, avulsa dal grande circo delle pay-tv, di buono aveva conservato forse, l’antica usanza di giocare la gran parte delle partite, proprio nel pomeriggio della domenica. Per gli appassionati tifosi azzurri, riassaporare la “santa” domenica calcistica, dopo la cocente retrocessione della scorsa stagione, poteva persino edulcorale l’amaro calice del ritorno in Lega Pro. Ma se la fortuna è cieca, la sfiga ci vede benissimo, e proprio nell’anno in cui il Novara torna nella ex serie C, viene varata la riforma della Lega Pro unica (tre gironi professionistici di 20 squadre ciascuno) che oltre a rendere molto più difficile la risalita (passano in serie B le prime tre classificate dei rispettivi gironi, più la vincente di un durissimo play-off generale), vede nascere un calendario spezzatino, più frazionato che si sia mai visto.

Il presidente della Lega Pro Macalli
Una novità, quella del calendario spalmato su tre giorni, partorito dalla fervida fantasia del Presidente di Lega Pro Mario Macalli, il quale teso ad emulare il calcio business (praticamente alla mercé delle pay-tv) ha pensato bene di frazionare fra venerdì e domenica (qualche volta persino il lunedì) le partite che per consuetudine, ma soprattutto per regolarità e correttezza, il buon senso vorrebbe veder garantite in piena contemporaneità.
Non potendo contendere a serie A e B, i grandi network che dettano legge su satellite e digitale terrestre, il calendario di Lega Pro, tenta un timido posizionamento sul web, ultima casella rimasta libera nel grande circo mediatico.
E’ così che è nato il canale tematico Sportube, che utilizzando la rete internet, trasmette in diretta le partite di Lega Pro. Non è ancora chiaro quale sia il reale ritorno economico dell’operazione, di certo c’è che malgrado l’apprezzabile sforzo tecnologico, proprio i novaresi, hanno potuto constatare loro malgrado, tutti i limiti della piattaforma, che soprattutto in occasione delle partite in trasferta del Novara calcio, sembra non reggere la domanda di collegamenti, restituendo sui monitor degli appassionati azzurri, immagini saltellanti ed improbabili telecronache fuori sincronizzazione.
Le grandi agenzie di scommesse però, sembrano particolarmente apprezzare il calendario spezzatino, capace di regalare nuove insperate possibilità di business.
Insomma, chi si attendeva una ferma e severa risposta dal governo del calcio, al malcostume evidenziato nei vari scandali del calcio scommesse, è rimasto deluso. A godere infatti dell’infinito frazionamento delle partite, è proprio il mondo degli scommettitori, non è un caso infatti, che il settore calcio (Federazioni e Leghe incluse) abbiano trovato e trovino nelle grandi agenzie di scommesse, partner commerciali e sponsor.
D’altro canto, l’esempio dello Stato “biscazziere” che lucra sul gioco d’azzardo, consente a chi governa il calcio, di stringere la mano senza rimorso, al mondo delle scommesse.
Imprese capaci di erogare preziosa linfa, anche per veder favorite le giocate, ed è fuori di dubbio che una partita ogni ora, aumenta sensibilmente affari e traffici più o meno leciti.
Gioiscono decisamente meno delle Agenzie di scommesse, i veri appassionati e le tifoserie organizzate, costrette agli orari più disparati ed all’impossibilità di programmare per tempo, anche le trasferte meno complicate. Una volta il calcio era un autentico veicolo di promozione turistica, oggi è praticamente impossibile prenotare un volo, o riempire un pullman, conoscendo orario e giorno delle partite, non meno di 15 giorni prima dell’evento.
Ci fu un tempo in cui Santa Romana Chiesa protestava vivacemente con la Fgci, perchè i settori giovanili giocavano la domenica mattina, proprio in concomitanza della Santa Messa. Anche i preti all’oratorio dicevano: “Per il calcio c’è già la domenica pomeriggio”. I ragazzini più devoti e le rispettive famiglie, mediavano recuperando nelle altre funzioni minori, cosa che oggi è diventata praticamente impossibile, bisognerebbe avere un parroco a disposizione, fra una pubblicità e l’altra.
Il risultato di queste scelte, lo mostrano proprio le telecamere, in full Hd o persino in 3D sui Sky e Mediaset, o più modestamente sul canale web di Sportube: stadi desolatamente vuoti, con il colore a la passione dei tifosi veri in via di estinzione.
Marco Foti