Siamo a pochi giorni prima dell’8 Ottobre 1934, data in cui il Duce Benito Mussolini sarebbe venuto in visita alla città di Novara. Il Duce, in quella data, visiterà piazza Cavour e presenzierà alla tumulazione di 15 giovani fascisti locali caduti nella rivoluzione del Littorio. E poi sarà nell’allora Piazza Vittorio Emanuele (oggi piazza Martiri) per il discorso ufficiale. Già…!!! Il discorso. E a scriverlo dovevano essere gli stessi Gerarchi locali che in quel periodo erano, in particolare, l’avv. Aldo Rossini, persona di ottima cultura e più moderato, ed Ezio Maria Gray dal carattere più sanguigno. Ed è cosa nota e certa che fra i due non corressero buoni rapporti, ma anzi, ci fossero accesi e a volte subdoli scontri. Durante la riunione per la stesura del discorso, e mentre si sviluppavano i citati contrasti, fu Aghina, un altro esponente novarese che ebbe come un’ispirazione e sbottò:”“A noi non aiuta mai nessuno. Quei due litigano e la città paga. Chi siamo noi novaresi? A Milano ci ignorano, a Roma contiamo poco dal momento che contano già troppo i nostri due “caporioni”, a Vercelli non ci stimano per la concorrenza sul riso, a Torino fanno finta di non conoscerci come piemontesi. E allora? Novara fa da sé!”. ( cit. Novara durante il Fascismo di Simone Balocco e Paola Maggiora )
La frase piacque. Piacque ai Gerarchi, piacque al Duce e scatenò applausi a scena aperta alla sua declamazione. Da allora entrò e rimase nel gergo popolare.
Non posso far a meno di notare come noi novaresi riuscimmo a far pronunciare al più alto esponente di un governo iper-centralista, una frase poi rimasta storica, dal sapore fortemente e chiaramente autonomista.
Paolo Nissotti