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Novara

Novara, giornata di riflessione sulla legge Merlin

Novara, giornata di riflessione sulla legge Merlin. Organizzata da Liberazione e speranza, si è parlato delle zone interessate dal fenomeno della prostituzione e della necessità di fare rete per combattere lo sfruttamento

 

Contro il fenomeno della tratta e dello sfruttamento della prostituzione occorre fare rete, ognuno nell’ambito delle proprie competenze. E’ questo il concetto espresso stamattina nel corso del convegno «Cos’è cambiato dalla Legge Merlin. I nuovi volti della prostituzione», organizzato dall’associazione «Liberazione e speranza», onlus che dal 2000 ad oggi ha salvato dalla strada oltre 700 giovani africane o dell’Est europeo, con esponenti delle forze dell’ordine, del mondo del volontariato e di quello della sanità.

Ad aprirlo è stata la giornalista Mirta Da Pra Pocchiesa, esponente del Gruppo Abele di Torino che ha scritto di recente un libro sui sessant’anni della legge: «Una legge ancora attuale, importante. Dobbiamo ribadire con forza che la prostituzione non è un problema di ordine pubblico: le prostitute sono vittime».

Nel corso della mattinata, moderata da Barbara Cottavoz, sono intervenuti anche la capo della Squadra Mobile della Questura, Valeria Dulbecco. il comandante provinciale dei carabinieri Domenico Mascoli, l’assessore regionale Monica Cerutti, la dottoressa Olivia Bargiacchi del reparto di malattie infettive dell’ospedale Maggiore, il criminologo Marco Bertoluzzo. Il comandante della polizia locale di Novara, Pietro Di Troia, ha tracciato una fotografia del fenomeno in città, mettendo in evidenza le circa 20 postazioni presenti sul territorio, alcune nelle vie storicamente interessate dal fenomeno, come viale Curtatone, viale Manzoni, viale Giulio Cesare, corso della Vittoria e corso Vercelli, dove sono presenti i transessuali, altre in via da poco colonizzate, come corso Trieste e corso Milano, nella parte più esterna della città. Nel corso dei vari monitoraggi è stata registrata la presenza di un numero variabile di 12-15 prostitute, esclusi i trans, per lo più provenienti dell’Est Europeo.