NOVARA-SALERNITANA 2-3
Marcatori: 16′ Gatto (S), 38′ Da Cruz, 57′-64′ Sprocati (S), 93′ Di Mariano
LA PARTITA
Partiamo dal presupposto che una sconfitta non piace a nessuno ed è sempre e comunque difficile da digerire, ma quando gli avversari giocano meglio e non rubano nulla, bisogna accettarla e saper ripartire, soprattutto quando la delusione arriva dopo una serie addirittura esaltante e può servire a rimettere la testa per terra. Una vittoria meritata dicevamo, ma quanto influenzata dall’inevitabile logorio del gruppo azzurro, chiamato oramai da troppe settimane ad un surplus di fatiche? A giudicare dagli errori personali e collettivi, direi che il tour de force deve pur aver inciso, perchè nelle reti che hanno deciso la gara, c’è sicuramente la complice ed inusuale fragilità degli azzurri. Nella rete di Gatto un triangolo scolastico con Sprocati, consente al primo di arrivare indisturbato davanti a Montipò, ma i nostri tre centrali encomiabili nelle ultime 4 uscite devono aver accusato qualche debito di ossigeno. Chiosa fa l’errore principale uscendo dai blocchi andando incontro all’attaccante nella zona di Mantovani, Golubovic si apre impropriamente a destra, offrendo il buco dentro al quale l’attacco campano affonda come il coltello nel burro. Nella seconda rete è ancora Chiosa ad uscire molto alto in anticipo ed una volta presa posizione davanti a Gatto, si lascia cadere per un presunto contatto, lasciando il via libera all’esterno che una volta dentro l’area non ha difficoltà a servire un comodo assist all’accorrente Spocrati. Il terzo goal che alla fine risulta decisivo, è praticamente una fotocopia. Questa volta con Calderoni che si avventura in un contrasto troppo tenero, dal quale era inevitabile uscisse vincitore l’attaccante. Se non conoscessimo i nostri difensori ci sarebbe da preoccuparci, ma siccome sono gli stessi impenetrabili ed impeccabili protagonisti delle ultime recenti imprese azzurre, non resta che annoverare tali errori come un mero fatto di contingenza. L’unico rammarico sta proprio nella rete di Di Mariano, venuta troppo tardi a premiare colui che ancora una volta si pone fra i migliori; perchè con un po’ di fortuna (clamorosa la traversa e soprattutto il palo di Calderoni) forse staremmo qui a parlare di un nuovo miracolo di questo gruppo, a cui certamente non si può imputare la mancanza di cuore, ma solo di qualche minuto in più nel finale, dove i ragazzi di Corini ci hanno comunque provato con tutte le forze.
IL TABELLINO
NOVARA: 1 Montipó, 4 Mantovani (K), 8 Chiosa (24 Dickmann 69′), 9 Sciaudone, 10 Macheda (26 Chajia 65′), 11 Di Mariano, 15 Da Cruz, 20 Ronaldo (16 Schiavi 76′), 23 Moscati, 27 Calderoni (vK), 31 Golubovic
A disp.: 12 Farelli, 22 Benedettini, 2 Troest, 3 Del Fabro, 5 Casarini, 21 Orlandi – All.: Eugenio Corini
SALERNITANA: 22 Radunovic, 2 Pucino, 3 Vitale (vK), 4 Bernardini (K), 5 Mantovani V., 11 Alex (13 Kiyine 81′), 17 Minala, 19 Gatto (23 Odjer 69′), 27 Ricci, 28 Sprocati (10 Rosina 73′), 30 Rossi
A disposizione.: 1 Adamonis, 7 Signorelli, 12 Iliadis, 14 Della Rocca, 15 Rizzo, 18 Kadi, 24 Bocalon, 26 Asmah, 31 Cicerelli – All.: Alberto Bollini
Arbitro: Sig. Davide Ghersini di Genova Assistenti: Sigg. Davide Ghersini di Genova
Quarto ufficiale: Sig. Schirru di Nichelino.
Marcatori: 16′ Gatto (S), 38′ Da Cruz, 57′ Sprocati (S), 64′ Sprocati (S), 93′ Di Mariano
Calci d’angolo: Novara 3 – Salernitana 4
Ammoniti: 26′ Vitale
Minuti di recupero: 0′ pt; 4′ st
Spettatori totali: 3729; abbonati: 2634; paganti: 1095
GENITORI IN CONTUMACIA
La storia insegna come le vittorie abbiano molti padri, esattamente il contrario dello sconfitte, dove è sempre difficile trovare dei genitori. A meno che non si vogliano per forza cercare dei capri espiatori, dimenticando che nel calcio si vince o si perde tutti insieme, società e ambiente uniti nel destino comune insieme a chi va in campo. Nel passo falso contro una buona Salernitana, pare che una parte (minoritaria per carità) della tifoseria azzurra, abbia idee diverse, imputando in particolare gli oneri della sconfitta a Macheda e Ronaldo, piuttosto che alle scelte del mister.
Spiegato che gli episodi che hanno deciso la gara, sono maggiormente figli di errori difensivi di alcuni dei nostri migliori elementi, e come vedremo dopo, le scelte di Corini ampiamente attribuibili alla logica; ci pare ancora una volta inutile, oltre che deleterio, dover per forza di cose trovare “il colpevole” a cui attribuire pure le responsabilità che non gli appartengono. Affibbiare a Macheda o Ronaldo la paternità della sconfitta, equivale ad una patetica genitorialità in contumacia.
UN TUFFO FRA LE NUTRIE
Se qualcuno pensava di vincere tutte le partite con soli 14 giocatori arruolabili che da due mesi cantano e portano la croce; beh si sbagliava di grosso. La partita contro una Salernitana che nei primi due rispettivi quarti d’ora ha mostrato il miglior calcio visto al Piola, credo possa rappresentare quel bagno di umiltà utile a tutto l’ambiente e quel giusto grado di salubre realismo utile a rimettere il caschetto da battaglia, perchè non saprei come definire altrimenti le prossime sfide verità che attendono gli azzurri, contro il Cesena e soprattutto nel derby contro la Pro.
Un purificatore tuffo nel laghetto di Novarello a nuotare insieme alle nutrie (stile Danny Faranna) che si meriterebbero coloro che ieri sera hanno prima sbuffato al primo errore e poi addirittura fischiato, Macheda e Ronaldo, il quale non mi pare che almeno ieri sera abbia fatto peggio degli altri e resta una risorsa tecnica che possiamo decidere di bruciare già alla decima giornata, oppure provare a tenere viva fino a quando indosserà la maglia azzurra. La propensione al “tafazzismo” di certi presunti “tifosi” azzurri, meriterebbe un approfondimento sociologico e antropologico.
PENSARE ALLA GUERRA NON ALLA BATTAGLIA
La prima regola di un bravo condottiero, è certamente quella di non perdere di vista mai l’obiettivo finale che resta la stagione e non certo la singola partita. Questa è principalmente la filosofia che sta alla base delle scelte operate da Corini, il quale da una parte deve surrogare le molte assenze, dall’altra recuperare senza forzature il pieno rientro di elementi cardine come Dickmann e Casarini (trasferta di Carpi docet) ma nel contempo provare a ricostruire mentalmente elementi che in corso d’opera potrebbero diventare preziosi. Tutto ciò serve a spiegare l’iniziale panchina di Dickmann e Casarini, con il ritorno in campo dal primo minuto di Macheda e Ronaldo. In particolare il brasiliano, fuori da quasi cinque partite, aveva contro la sua ex squadra una grande opportunità per ritrovare fiducia, prima ancora che autostima, e nella penuria di alternative offerta attualmente dalla rosa, quale migliore occasione di questa? Proprio in occasione di un impegno infrasettimanale e in un momento positivo, quindi nelle migliori condizioni ambientali possibili?
Lo stesso dicasi per Macheda, il quale arriva dopo la buona prestazione contro il Frosinone, ma limitato dallo stop forzato per alcuni guai muscolari, per cui è necessario far ritrovare il ritmo partita e la confidenza con il campo, altrimenti si può ovviamente dare per perso in partenza. Col senno di poi avremmo rifatto tutto ugualmente? Le sostituzioni praticate dallo stesso Corini ci dimostrano che potesse ritornare indietro, probabilmente qualcosa la ripenserebbe, ma un allenatore le scelte le deve fare prima e soprattutto deve pensare al lungo periodo ed al bene di un gruppo che insieme dovrà arrivare in fondo al campionato e non solo pensare di battere la Salernitana o chicchessia.
A MANIERO NON PIACCIONO I DOLCI
A Novarello pare che da qualche tempo a questa parte, tre gentili donzelle sogliano deliziare gli astanti, non solo con la loro stessa presenza, ma con deliziosi quanto irresistibili manicaretti. Dolciumi cucinati con amore e grande passione azzurra, molto apprezzati dai “classici” ed immancabili vecchietti presenti agli allenamenti, ma pure dalla truppa azzurra che non disdegna i gentili omaggi che Raffaella, Francesca e Vanessa da Marano Ticino, cucinano per loro. Colorate tentazioni glicemiche, che per la maggior parte dei giovani calciatori vogliono dire surplus di energie immediatamente spendibili nella prestazione fisica, ma per chi deve fare i conti con la bilancia le cose cambiano, quando le calorie da naturale benzina, si trasformano in limitante e fastidievole adipe. In tutta evidenza, a giudicare dalla condizione di forma raggiunta, il Riccardo Maniero che ieri sera si è presentato al Piola tirato come un figurino, i dolci del “tridente rosa” non dovrebbero essere particolarmente apprezzati; oppure e più semplicemente si è davvero messo in testa di dare una svolta alla stagione. Gli esami ecografici a cui si sottoporrà nelle prossime ore, diranno se davvero la fase di cicatrizzazione del muscolo è conclusa e se addirittura potrebbe partire insieme al gruppo per la trasferta di Cesena. Le probabilità di vederlo in campo al Manuzzi sarebbero comunque remote, diversamente dalla speranza che anima la tifoseria azzurra per “la partita” dell’anno, quando al Piola sabato 4 novembre andrà in scena il derby contro la Pro Vercelli (neo ultima in classifica). E’ probabilmente una delle poche cose buone del post Novara-Salernitana: a Maniero forse non piacciono i dolci, ma i derby di sicuro sì.