Buongiorno
Novara

Il Novara è stanco ma combatte, il derby pesa ancora. A Terni sofferenza senza redenzione

LA PARTITA

La Ternana ci prova in tutti i modi, certamente non in modo fluido e senza essere lucidissima nei sedici metri, ma trova l’opposizione solida della difesa azzurra, che paradossalmente però cade sul più bello e nel modo più banale possibile (corta respinta in area) un minuto dopo aver letteralmente “trovato” il vantaggio, grazie alla giocata di Moscati bravo poi a servire l’assist che vale il quarto centro in campionato per Da Cruz.

LA MORALE

Un pareggio a Terni, senza infamia e senza lode, è da prendere asetticamente solo per quello che vale: un piccolo passetto verso i 25 punti necessari a passare l’ultimo dell’anno piuttosto serenamente, perchè tabella alla mano, sarebbe la quota utile (in proiezione) a garantirci la salvezza a fine campionato. Un pareggino che è riuscito comunque a lasciare un po’ d’amaro in bocca, malgrado l’assoluto dominio ternano, per non aver saputo mantenere vivo più a lungo l’inaspettato vantaggio e per il clamoroso rigore non concesso a tempo scaduto, che avrebbe certamente potuto determinare la partita.

Moscati autore dell’assist lotta a centrocampo

STANCHI MA COMBATTIVI

Il Novara è stanco, ma di sicuro non arrendevole. Ci sono 13 giocatori che stanno tirando la carretta e meriterebbero di rifiatare, ma quando Corini si volta verso la panchina, non trova ciò che vorrebbe e allora si affida sempre ai soliti, i quali hanno pregi e difetti oramai noti anche agli avversari, per questo gli azzurri sono sempre di più uguali a se stessi: organizzati e cinici in trasferta (12 dei 18 punti conquistati), prevedibili ed inefficaci all’ombra della cupola.

LOGORIO DELLA ROSA “POCO” MODERNA

Il calcio moderno è risaputo abbia portato come prima conseguenza dei sempre maggiori e spesso ravvicinati impegni, l’allungamento delle rose. I dati ufficiali della serie B 2017-2018 (fonte Transermarkt) dicono come il Novara sia fra le squadre con il minor numero di calciatori (27 insieme ad Avellino, Pro Vercelli e Venezia) ma ad una analisi approfondita, non ci vuole molto per capire che a dispetto delle altre, l’effettiva disponibilità si riduce a poco più di una dozzina. Complici i tanti infortuni, su cui a questo punto varrebbe la pena indagare. Tolti i portieri ed alcuni giovanissimi di fatto aggregati dalla Primavera (Nardi ed Agyemang), con alcuni infortunati cronici di fatto inutilizzabili o inutilizzati (Beye, Tartaglia, Armeno ma soprattutto Sansone e Maniero) resta non molto fra i giocatori di “movimento” per assicurare quella variabilità ed alternanza, che in un campionato così lungo e difficile diventa fondamentale potersi garantire. In un torneo poi, mai così equilibrato, i dettagli possono fare la differenza, ed avere o no delle alternative potenzialmente sullo stesso livello, diventa sempre più determinante. Mercato che speriamo arrivi presto e senza troppo rammarico, per sciogliere alcuni nodi cruciali. Cominciando proprio dall’attacco, dove infortuni a parte, bisognerà aver chiaro su chi puntare davvero fra i tre davanti, che ad inizio stagione un po’ tutti davamo per potenziali titolari (Maniero, Sansone e Macheda); quali difensori si possono ritenere realmente arruolabili (Beye, Tartaglia?) e quali centrocampisti si ritengano effettivamente spendibili alla causa. Schiavi ad esempio meriterebbe maggiore fiducia, mentre Ronaldo è da considerarsi definitivamente bruciato? E che dire dei giovanissimi, con un Nardi che non trova spazio malgrado la necessità di far rifiatare sia grande, mentre altrove ci sono alcuni nostri ragazzi che si stanno mettendo davvero in mostra, un nome su tutti: Riccardo Collodel, novarese doc che con la maglia del Fiorenzuola (serie D girone D) sta facendo un ottimo campionato.

I tifosi azzurri giunti al Liberati

LA CLASSIFICA QUADRA L’ESTETICA MENO

E’ inutile girarci intorno, la prova del Liberati non ha convinto la tifoseria azzurra e soprattutto non ha spazzato via completamente le nubi nere addensatesi dopo il derby, ma il punticino di Terni, mantiene a distanza la Ternana e conferma una posizione di classifica perfettamente in linea con gli obiettivi dichiarati dalla società. Una graduatoria complessivamente eccitante, ma per noi, pure pericolosamente corta, che non consente né voli pindarici né troppa serenità, ma ci conferma una linearità di andamento che, proprio viste le difficoltà attraversate non può che lasciar ben sperare. Come a dire, se Corini è arrivato fin qui, superando qualche mareggiata con pochi marinai affaticati ma pronti alla tempesta più severa, è lecito attendersi che una volta migliorato lo stato di forma di Dickmann (promettente il suo ritorno in nazionale under 21) e Casarini, nonché finalmente messo in campo Maniero; si possa arrivare a chiudere dignitosamente il girone d’andata, per poi effettuare quei correttivi e approvvigionamenti di mercato utili a dare spessore e qualità alla rosa azzurra, così da poter chiedere davvero a Corini, di poter alzare lo sguardo verso l’alto della classifica, senza troppo temere che lo spazio che ci separa dai bassifondi, si assottigli pericolosamente.

UN PO’ MAGISTRATO UN PO’ PRETE

Valerio Marini (giuro l’hanno chiamato così…) arbitro di Ternana-Novara, ha avuto il pudore di non far vincere gli azzurri, quando a tempo scaduto ha sorvolato su una plateale falciata in area, che avrebbe consegnato l’ultima colossale chance a Mantovani e compagni, prima del triplice fischio. Non se l’è proprio sentita, dopo aver visto le Fere assediare i piemontesi senza costrutto, aver accordato quasi una ventina di corner e probabilmente, ricordando ciò che aveva rivisto nella sua mente durante l’intervallo, quando gli arbitri sorseggiano un meritato tè e magari maneggiano qualche ausilio digitale e ricostruiscono certe loro decisioni. Tipo una veniale trattenuta di maglia di Mantovani, oppure uno scontro Goluboic-Defendi; due mezzi episodi in area azzurra, che però al signor Marini possono tornare su come una bagna cauda carica di aglio, quando pensi che la partita sia finita e malgrado qualche erroruccio, in fondo non hai fatto male a nessuno, anche se Vitiello con quell’intervento su Chajia viaggiava su quel sottile confine che separa l’imprudenza alla vigoria sproporzionata, che a termini di regolamento segnano la differenza fra un giallo ed un rosso, ma che il rigore fosse sesquipedale, lo avrebbe visto e fischiato persino Marini… Valeria.

“L’arbitro è un po’ magistrato e un po’ sacerdote“ scriveva Gianni Brera, in questo caso forse solo un po’ pavido.

TERNANA COME LA NAZIONALE, UN TANTINO POCHESCI

Sgombriamo il campo dagli equivoci: Sandro Pochesci allenatore della Ternana è un simpaticone adorabile. Un po’ parac..o forse, ma sicuramente divertente, al punto da invidiare i colleghi umbri che certamente non conosceranno noia. Personaggio senza mezze misure, il tecnico romano giunto al calcio che conta dopo una lunga trafila fra le squadre minori del Lazio, si è guadagnato un’improvvisa popolarità social, non già per le imprese dei suoi giovanotti sul campo, ma per le sparate rilasciate nella conferenza stampa di presentazione della partita contro il Novara.

Gli azzurri c’entrano, ma gli sproloqui pronunciati dall’allenatore degli umbri non riguardano i gaudenziani, ma la Nazionale di Ventura. “Avemo perso contro na squadra de profughi” ha dichiarato Pochesci, il giorno dopo Svezia-Italia, dispensando più stroncature che consigli, attraverso l’uso di un colorito quanto caustico incedere verbale, che ha raggiunto il suo apice pure nella forma, grazie al rigoroso utilizzo del tipico slang romanesco. Il video della conferenza stampa sta registrando migliaia di visualizzazioni, e non c’è giornale o sito di sport che non ne abbia parlato. Tanto è vero che un po’ tutti aspettavano il dopo Ternana-Novara per assaporare qualche altra sparata, giusto alla vigilia della partita di ritorno da dentro o fuori il mondiale. In molti sui social, apprezzando le colorite invettive, sono arrivati ad auspicare il coraggioso Pochesci, proprio al posto di quello smidollato di Ventura, chissà se poi vista la partita delle Fere, penseranno che sia davvero una buona idea? La Ternana non è riuscita a battere un Novara che praticamente con un tiro stava per portare via i tre punti, ma ciò che delude di più arriva negli spogliatoi, quando il povero tecnico rosoverde arriva a cospargersi il capo di cenere, di fatto ritrattando quelle accuse agli italici giocatori, all’allenatore, ai massaggiatori, ai magazzinieri, alla federazione tutta, famiglie ed affini inclusi. Nazional popolare per poche ore, il povero Sandro, come per altro la sua Ternana, dal coraggioso slancio accusatorio, alla ritrattazione tout court nel volgere di poche ore; come dire… un po’ “pochesci” tanto quanto la Nazionale.

Stretta di mano fra Pochesci e Corini