LA PARTITA
Secondo i principali commentatori l’1-1 maturato fra Novara ed Empoli è giusto ed accontenterebbe entrambe le squadre. Da modestissimi osservatori di questioni azzurre, l’essersi trovati in vantaggio piuttosto casualmente, ha rappresentato un’opportunità troppo grande per non lasciare un retrogusto leggermente amaro. Lo stesso Eugenio Corini aveva presentato la gara più o meno per come si è svolta: “loro propositivi e tecnici, noi concentrati e pronti a sfruttare l’episodio che indirizzi la gara”. Le due squadre entrambe schierate col 3-5-2 si guardano allo specchio, con il Novara che è più o meno quella del secondo tempo di Venezia. L’inizio dei padroni di casa è incoraggiante, anche se quasi mai in grado di graffiare veramente, forse perchè i toscani scelgono una postura guardinga, per poi prendere quota dopo il 20′. Grazie ad un centrocampo di indubbia qualità, non è un caso dunque che nell’ultimo quarto d’ora, gli ospiti siano riusciti a costruire le due principali opportunità della partita, con la premiata ditta Caputo-Donnarumma, per altro poi controllata molto bene dai centrali azzurri per tutto il resto della partita.
L’episodio favorevole del goal, contestato da Vivarini (con una indubbia dose di ragione) arriva ad inizio di ripresa, proprio quando l’Empoli sembrava in grado di poter accelerare. Dispiace perchè la reazione empolese tutt’altro che rabbiosa al vantaggio “trovato” da Troest, aveva dato adito a legittime speranze azzurre, anche per la reale possibilità di trovare spazi e ribaltare l’azione (cosa mai in effetti riuscita appieno). Il goal del pareggio di Zajc giunto al 77′ non trova completa giustificazione dall’andamento della partita e soprattutto per come è venuto; un tiro dal limite non irresistibile che forse poteva essere chiuso meglio in partenza e magari gestito meglio anche in arrivo, con Elia Benedettini che forse (e diciamo forse) con un passo in più in avanti, avrebbe probabilmente potuto intercettare la palla prima che il rimbalzo a terra la rendesse imprendibile. Il finale tutto sommato decisamente più a tinte azzurre, è ulteriore prova di ciò che poteva essere ma che non è stato. Resta comunque la discreta impressione destata dagli avversari, e la convinzione che almeno con le presunte favorite di questo campionato, il Novara non ha abbia mai dato la sensazione di non potersela giocare.
IL BICCHIERE E’…CONVALESCENTE
La valutazione del primo pareggio stagionale casalingo arrivato contro l’Empoli, si muove intorno alla questione del bicchiere riempito per metà, ed ogni disquisizione su quale sia la parte che si voglia vedere diventa sterile, davanti all’immanenza dell’incompletezza. Non mancheranno gli argomenti per apprezzare comunque il risultato, ma per svoltare davvero bisogna trovare una vittoria, possibilmente limpida. Un successo chiaro, dopo la discreta ma sfortunata prova contro il Bari e la corroborante trasferta di Venezia, ci avrebbe fatto vedere la luce in fondo al tunnel, la prestazione ed il punticino contro l’Empoli, ci restituisce una squadra in convalescenza.
L’ILLUSIONE E LA DOPPIA MORALE
Il primo tempo di Venezia tenuto insieme da un invisibile filo che lo univa con la prestazione (indiscutibilmente positiva) contro il Bari, hanno fatto da premessa alla partita contro l’Empoli, dalla quale un po’ tutti ci aspettavamo la definitiva prova della crescita complessiva del gioco azzurro e di una comprovata maturità, capace di sovvertire i numeri impietosi dell’andamento casalingo stagionale. Il risultato, come sempre figlio di tante componenti non è comunque disprezzabile, ma la prova contro l’Empoli sul piano del gioco, non ha le chiare stigmate dell’effettiva svolta. Il Novara continua ad essere uguale a se stesso, con una sorta di doppia morale che lo vuole impavido e capace di assalti de visu armato anche solo di baionetta quando c’è da espugnare il fortino avversario; al contrario irresoluto e tintinnante, quando da una presunta posizione di forza, c’è da respingere l’assalto del forestiero che solerte attenta le mura del Piola.
QUEL DISCORSO SU MANIERO
Quando venerdì nella conferenza stampa ante gara, Eugenio Corini ha spiegato la gestione messa in campo per il recupero di Riccardo Maniero, abbiamo avuto il riflesso condizionato di non voler capire: gestione di che? recupero di che cosa? Poi guardando la partita e la prestazione dell’attaccante napoletano, le parole del tecnico bresciano hanno assunto un significato compiuto, dopo aver osservato quanto ancora debba lavorare il giovanotto, prima di arrivare a reggere (come dovrebbe) il peso di un attacco la cui sterilità casalinga è certificata da numeri inequivocabili. Super Pippo resta ancora una “promessa” di bomber, perchè al massimo starà al 60% delle sue possibilità, che nel quasi nulla di chi lo possa sostituire (nel ruolo di centravanti) è comunque molto. Ecco perchè Maniero, come ci ha spiegato Corini, comincia la settimana di allenamenti con sedute differenziate, si unisce al gruppo dopo un paio di giorni e quando gli altri riposeranno per digerire lenticchie e panettoni, lui lavorerà a parte per presentarsi (speriamo) un po’ più pronto e in condizione, di quanto non sia al momento.
COMITATO D’ACCOGLIENZA E D’ASSALTO
Da ex allenatore azzurro, Attilio Tesser non ha mai vinto contro il Novara: 1-1 con la Ternana al Piola; 0-0 sulla panchina dell’Avellino al Partenio Lobardi e nel girone di ritorno, prese un sonoro 4-1 con i “marziani” di mister Baroni che in quel momento rifilavano scoppole a chiunque. Come speriamo e sappiamo succederà, il Komandante verrà accolto dal consueto affetto, sia prima che dopo la partita, ma il comitato di accoglienza è pregato di trasformarsi in gruppo d’assalto appena l’arbitro fischierà l’inizio di Novara-Cremonese, alle 12.30 di venerdì 8 dicembre nel lunch match della 18a giornata. La sua Cremonese è in piena zona play-off a tre punti dalla vetta, per cui ha tutt’altro che bisogno di incoraggiamenti e benevolenze. Per cui nel giorno dell’Immacolata, se San Gaudenzio prendesse l’iniziativa di intercedere presso la Santa Vergine sarebbe cosa gradita. Laicamente però ci sarebbe da attendersi almeno un timido segnale di vita da parte della città, che in tempi non troppo remoti, vedeva la Cremonese come il fumo negli occhi, spinta da una rivalità non indifferente. Se ancora c’è un po’ di passione azzurra nelle vene dei novaresi, sarebbe anche il momento di dimostrarlo.
TRECENTOSESSANTA VOLTE PERCHE’?
Parma-Pro Vercelli 11.530. Frosinone-Cesena 8500. Foggia-Cittadella 8000. Brescia-Salernitana 8000. Pescara-Ternana 6706. Cremonese-Spezia 5480. Palermo-Venezia 4842. E infine Novara-Empoli con 2994 spettatori, di cui 2634 abbonati e quindi 360 paganti. TRECENTOSESSANTA paganti??!! La colpa è della neve che poi è mancata di parola? Dell’adipe in rapida regressione di Maniero? Delle diagonali difensive a sinistra che fanno acqua? Dell’appeal al gusto di melassa scotta che ha preso il campionato? Della tessera del tifoso che pure non c’è più? Della moria di ombretti e rossetti puntualmente sequestrati alle pericolose signorine d’ingresso allo stadio? Delle bandiere del calcio ammainate da mo? Della mancata copertura dello stadio o del bomber cattivo che ancora non si vede? Dei nostalgici buffet della serie A in zona vip? Potremmo andare avanti fino a TRECENTOSSESSANTA perchè, tutti leciti per carità, ma la domanda che conta è una sola: come siamo arrivati a questo punto?