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Nuove divise per il Novara calcio, ed i social si scatenano

A Milanello il Novara calcio ha indossato le nuove divise griffate Boxeur des Rues e sui social i tifosi non hanno risparmiato critiche anche feroci. Voi che dite, sono così censurabili?

Le nuove divise Boxeur del Novara calcio

Nell’amichevole di Milanello persa dal Novara calcio contro il Milan per 2-0, anche se parliamo di una partita a porte chiuse, ai tifosi che hanno seguito l’evento in tv, streaming o successivamente guardato resoconti fotografici o filmati, non è certamente sfuggita la nuova divisa indossata dagli azzurri, annunciata solo con qualche foto sulle pagine ufficiali della società.

Dopo 7 anni con la spagnola Joma infatti, il Novara calcio ha un nuovo sponsor tecnico. Stiamo parlando dell’azienda franco-italiana Boxeur des Rues, azienda nata nel 2003 che ha la sua base operativa a Segrate, come “fusione” fra “streetwear” e “sportswear”, che dopo il contratto con Cittadella e Sudtiroll, sta provando ad entrare nel mondo del calcio professionistico, provenendo dal settore arti marziali.

E lo stile non tradisce per nulla le radici pugilistiche, soprattutto nei calzoncini (larghi e molto lunghi) con una griff riconoscibilissima che presenta sulle bande laterali di maglie e pantaloncini, la figura stilizzata proprio di un pugile.

Una filosofia completamente di rottura, rispetto al genere molto attillato attualmente in voga. Ma non è solo lo stile o il gusto personale a dividere. A leggere i commenti sui social, i tifosi del Novara, più che sull’apprezzamento del taglio o delle grafiche, si stanno dividendo sulle scelte cromatiche, che indubbiamente rappresentano una novità.

Alessandro Bacchetta grande appassionato di storia azzurra

La maglia è azzurra con lo stemma del Novara calcio all’altezza del cuore ci sono, ma il tradizionale richiamo al bianco, che pure c’è nelle rifiniture e sopra la spalla (boxeur stilizzato), è prevaricato da un’ampia fascia di nero laterale che partendo dai fianchi, sale restringendosi sotto le ascelle. Le scritte, cioè sponsor (Banco BPN; Comoli e Ferrari) e numeri e nomi sono in bianco. Sulla schiena, oltre al grande numero, nella parte bassa c’è posto per lo sponsor Gorgonzola Igor, scritto in rosso. Il calzoncino come detto è ampio e lungo quasi al ginocchio, il nero tradizionale con numeri in bianco, lo stemma societario trova posto sul lato sinistro a fianco di un riquadretto rosso dedicato allo sponsor novarese Intesa pur home.

Il calzoncino soprattutto, sta facendo discutere, soprattutto per la banda laterale azzurra. L’intento è quello del richiamo cromatico giocato sui negativi: maglia azzurra-banda nera; calzoncino nero-banda azzurra. La cosa che ha una sua logica, ma a qualcuno proprio non va giù il risultato dell’accoppiata nero-azzurro, con una chiara involontaria citazione ad una squadra di Milano che evidentemente prevarica la passione per la squadra della città, sconfinando in questioni di tifo fra “strisciate” (Juve, Inter, Milan). Fino a quando le discussioni restano sul piano delle preferenze personali, tutto resta opinabile, ma quando la scomunica è fondata su basi storiche, le critiche assumono un peso ed un valore completamente diverso.

“Terribile” scrive sul suo profilo facebook Alessandro Bacchetta, appassionatissimo di questioni azzurre, che fra una partita e l’altra del suo Novara (da vedere rigorosamente in Curva Nord), fa il dottore commercialista in quel di Borgomanero. Per Bacchetta, da sempre grande studioso del passato azzurro ed in particolare della simbologia che ha attraversato questi 110 anni di storia gloriosa, c’è anche da mettere in discussione il punto di azzurro: “c’era una volta l’azzurro Novara – scrive Bacchetta – tra l’azzurro stinto e quel nero sui fianchi…” raccontando con dovizia di citazioni storiche, come mai nella classica divisa novarese, apparve qualche traccia di bianco: “Agli albori della sua fondazione la federazione impose alla società Novara calcio, di aggiungere dei bordi bianchi alla maglie azzurre perché non fosse confusa con la divisa della Nazionale – spiega Bacchetta – non dico di studiare la storia azzurra, ma almeno leggerla…”. Il dott.Bacchetta è un purista e le sue severissime critiche “Disgustorama, discutomatico; come direbbe il professor Fontecedro” si fondano su storia e tradizione, ma che pensare degli insulti pesantissimi che hanno coinvolto la gentile signorina che ha indossato le divise per lo shooting fotografico? L’anno scorso le maglie furono piuttosto apprezzate, ma sappiamo come è finita, se almeno le critiche avessero un potere scaramantico… Voi che dite, meritano tutto questo livore?