Oltre ad essere buona, anzi buonissima, Nutella è anche una parola che, ogni volta che viene pronunciata, rimanda ad un marchio specifico, dietro al quale ci sono studi, elaborazioni, analisi di mercato e comunicazione. E se la Ferrero ha scelto di percorrere quest’ultima strada significa che il mercato, la gente, il tessuto sociale chiedono proprio interventi di questo genere. Nutella ha deciso di dedicare le proprie etichette ai dialetti italiani e con l’aiuto di alcuni esperti in lingue locali, ha individuato 16 aree geografiche ed estrapolato 135 espressioni conosciute perchè utilizzate di frequente anche nel mondo del cinema e dello spettacolo.
A leggere la notizia viene in mente un comportamento decisamente in controtendenza, teso ad eliminare “volgari espressioni” dialettali da un territorio che, con il proprio dialetto, è nato e cresciuto, affondandovi le sue radici. E’ successo a Novara… Ricordate? Quando l’amministrazione Ballarè decise di eliminare quei cartelli che riportavano la scritta Nuara, traduzione vernacolare del nome della città gaudenziana.
Un vero peccato, un taglio netto e violento a quel cordone ombelicale che invece Nutella e la Ferrero hanno scelto di ricreare con forza con il Paese. Ma forse le situazioni non sono paragonabili… Del resto, per un’azione di marketing come questa ci vogliono innanzitutto rispetto del territorio, delle proprie origini, del proprio passato, e, insieme, l’ambizione di non cancellare una storia grazie alla quale si è diventati quello che si è, senza rinnegare nulla.