Oli esausti sversati nella fogna: scoperta un’altra officina abusiva alle porte di Novara. Già avviate le verifiche Arpa sugli inquinanti
Scoperta un’altra officina abusiva alla periferia di Novara. I Carabinieri forestali l’hanno messa sotto sequestro, perché il titolare smaltiva gli oli esausti raccolti versandoli in un tombino (anziché portarlo nei centri di raccolta preposti) e quindi nella rete fognaria. Dalle prime verifiche sarebbe stato scongiurato il rischio per la salute pubblica, ma sono in corso ulteriori accertamenti.
L’attività era gestita da un uomo di origine pakistana, che ora deve rispondere di gestione illecita di rifiuti pericolosi. Oltre alla denuncia, si è visto rifilare una multa da 2.500 euro per esercizio abusivo. L’autofficina, infatti, era registrata alla Camera di commercio come centro per il cambio degli pneumatici, ma di fatto era una vera e propria autofficina.
“Nel corso dell’ispezione veniva rinvenuto un ingente quantitativo di oli esausti, stimato in circa 1.500 litri, accumulato e mantenuto senza l’adozione delle necessarie misure di protezione ambientale – spiegano i Carabinieri forestali – Inoltre, i primi accertamenti consentivano di rilevare che gli oli erano, con buona probabilità, smaltiti tramite sversamento in tombino con possibile percolazione diretta nella rete fognaria. Si è, di conseguenza, proceduto ad effettuare il sequestro preventivo con urgenza, allo scopo di interrompere l’azione inquinante e di evitare ogni possibile ulteriore aggravamento della contaminazione ambientale già prodotta. Per tale ragione, è stata attivata sia Arpa, allo scopo di verificare l’entità dell’inquinamento ambientale causato, sia Acque Novara Vco, per gli accertamenti di competenza. Comunque, dalle prime verifiche non sono emersi gravi pericoli per la salute pubblica. Ulteriori accertamenti sono in corso per meglio qualificare e quantificare l’impatto ambientale dell’attività”.
Secondo gli inquirenti “il fenomeno delle officine abusive è in aumento”, come dimostrano altri recenti sequestri in città e in provincia, “ con grave danno sia per l’economia che per l’ambiente. La possibilità di esercitare l’attività di impresa senza i preventivi controlli connessi al rilascio delle autorizzazioni previste, infatti, consente un significativo risparmio di costi e, di conseguenza, sui prezzi praticati al consumo. Tuttavia, tale risparmio spesso si traduce in un significativo aggravamento dei costi ambientali e sociali”.