Omicidio Purpura, l’Appello conferma 30 anni di carcere per il marito. La donna era stata accoltellata in centro a Novara dopo una lite con l’uomo il 22 luglio 2016
La Corte d’Appello di Torino ha confermato ieri la condanna a 30 anni di reclusione per il ventottenne di origine tunisina accusato di aver ucciso la moglie Gisella Purpura. E’ il delitto avvenuto nel pomeriggio del luglio 2016 nell’appartamento della coppia in corso Cavour a Novara. La vittima era stata accoltellata al torace ed era poi scappata al piano terra, morendo sul portone del palazzo in centro, davanti allo sguardo attonito decine di passati. L’uomo era stato condannato in primo grado al massimo della pena, con rito abbreviato, ovvero 30 anni (ergastolo con lo sconto di un terzo), nel marzo dello scorso anno. A distanza di un anno, per lui, nessuno sconto. Confermato in toto l’impianto accusatorio. E questo nonostante l’immigrato si sia sempre proclamato innocente: «Quel giorno ero in un’altra stanza».
La difesa puntava ad un capovolgimento della sentenza di primo grado, vista la presenza di «zone d’ombra» nella ricostruzione dei fatti. Scontato il ricorso in Cassazione.
Contro l’imputato erano parte civile i genitori della vittima. L’ex genero, tra l’altro, in autunno dovrà affrontare anche un secondo processo, per le botte e le lesioni denunciate dalla moglie prima di essere uccisa.