A guardare bene, in quell’elenco di asili nido di cui è stata annunciata l’apertura delle iscrizioni, manca un nome importante: quello dell’Opera Pia Negroni. Si potrebbe pensare che si tratta di un errore di trascrizione, ma non è così.
Intenzionalmente, il nido dell’Opera Pia Negroni non è stato inserito perchè si attende, nel frattempo, la firma della “convenzione ponte” che consentirà di stabilire le quote dei posti disponibili suddivisi, al momento tra Comune e Ipab, e di decidere, dunque, come gestire la situazione.
Mentre il Comune annuncia di aver “salvato” l’Opera Pia Negroni (con un finanziamento aggiuntivo di 70 mila euro circa), la città ancora non sa se e quando saranno aperte le iscrizioni alle nuove classi del nido. Per le altre strutture della città, la scadenza è a fine mese, tra un paio di settimane.
Nemmeno sul sito della scuola compare la modulistica relativa all’iscrizione al nido. Un passaggio certamente non trascurabile, in un momento di difficoltà per i nidi di Novara. L’intenzione, per l’Opera Pia Negroni, che qualche tempo fa ha annunciato l’intenzione di chiudere l’asilo nido per la parte che compete privatamente alla struttura, alla luce dell’impossibilità di sostenerne le spese. L’alienazione di parte delle proprietà ha concesso all’Ipab, fino ad oggi, la possibilità di “coprire” le spese legate alla gestione del nido, fortemente voluto, in passato, dal Comune che tramite finanziamento regionale aveva individuato in via Giulietti l’area idonea per aprire un nido in centro. Oggi, però, le risorse dell’Opera Pia Negroni sono terminate. In attesa della nuova legge che regolerà le Ipab, annunciata da tempo, ma finora non pervenuta, sembrerebbe che l’unico modo per “salvare” davvero la Negroni sia quello di privatizzare (e dunque registrare entrate da rette per il doppio di quelle odierne) tutti i posti dell’asilo nido disponibili in struttura. Lunedì, i rappresentanti del Comune si incontreranno con gli amministratori dell’Ipab per tracciare i parametri della convenzione ponte.
Fatto sta che, se dovessero saltare, anche solo temporaneamente, i 54 posti del nido in centro, aggiunti ai 24 del Coriandolo (che viene chiuso definitivamente) e ai 36 del Balconi (che rimarrà chiuso, per lavori, fino al gennaio 2018), la lista di attesa (dove oggi ci sono una settantina di famiglie), si farebbe molto più consistente di quella attuale.