Gennaro Gattuso allenatore del Novara per un giorno, ma prima che l’accordo si formalizzasse in un annuncio (atteso per domani venerdì 19 giugno) l’affaire si è complicato e la matassa pare si sia nuovamente ingarbugliata. L’ipotesi mediaticamente allettante di vedere Ringhio sulla panchina degli azzurri, è stata ripresa dai principali organi di informazione, ma non si può certo definire una sorpresa, perché l’ex mastino milanista era una sorta di abituè al Silvio Piola.
A riceverlo e coccolarlo in Tribuna vip da un afflato quasi familiare, c’era spesso il popolare giornalista sportivo Michele Criscitiello, il quale è dunque più che probabile non si sia ne meravigliato, tanto meno opposto, all’eventuale scelta del Presidente (e cognato) Massimo De Salvo.
Ma se l’effetto mediatico è garantito, il curriculum da allenatore di Gennarino non è propriamente da primo della classe e allora può essere che non tutti si siano convinti della scelta, influenzando negativamente una trattativa che comunque, potrebbe ancora riaprirsi e proseguire comunque, a dispetto delle presunte complicazioni.
Di sicuro c’è che a Novarello si sono trovati nella condizione inaspettata di dover accantonare la prima vera scelta, caduta inizialmente su Antonino Asta. Si è arrivati infatti al Ringhio rossonero, dopo che la società ha visto il tecnico del Bassano perdere campionato e play-off ad un solo metro dal traguardo.
Ma se nel primo caso non ha potuto fare altro che gioire, dopo la doppia finale persa contro il Como, senza quasi mai dare l’idea di potercela fare; l’impressione avuta dai dirigenti azzurri può essere mutata: forse le bollicine mostrate dalla squadra di Asta, non erano propriamente di champagne purissimo.
In aggiunta c’è il non marginale dettaglio, che il presunto accordo fra l’ex granata e Teti (contratto biennale) non aveva previsto la mancanza del requisito fondamentale per allenare in serie B; quel Master che lo stesso Antonino Asta ha poi confermato voler conseguire seguendo questa estate il regolare corso a Coverciano. Partendo dai desiderata di Massimo De Salvo e su questi provando a disegnare l’identikit del tecnico perfetto, c’è da segnare in rosso il profilo dell’allenatore giovane ed emergente, oppure con tanta voglia di riscattarsi, magari dopo qualche esperienza andata a vuoto.
Accantonata l’ipotesi Stefano Vecchi, brillante allenatore della Primavera dell’Inter che i nerazzurri non hanno “liberato”, proviamo ad ipotizzare due nomi.
Il primo è quello di Ciro Ferrara, scottato dalla breve ma intensa esperienza sulla difficilissima panchina della “sua” Juve; non ha però fatto male alla guida della Nazionale Under 21 (19 partite di cui 12 vinte, 6 pareggiate, 1 persa), prima però di venir esonerato dalla Sampdoria nel dicembre del 2012 dopo 7 sconfitte consecutive.
Il secondo e forse più probabile indiziato è il 43enne Gianluca Atzori (già tecnico di Ravenna, Catania, Reggina, Spezia e Sampdoria) il quale da calciatore non ha certamente avuto il successo di Gattuso o Ferrara, ma neppure come allenatore ha fatto molto di più: play-off nel 2009 con il Ravenna alla prima esperienza e 6° posto con semifinale play-off alla guida della Reggina, persa proprio contro il Novara di Tesser; Novara che nel destino di Atzori gioca proprio male, visto che proprio lo 0-6 rifilato dagli azzurri di Aglietti al suo Spezia, gli costò la panchina degli aquilotti nel marzo del 2013.
Insomma se la pista Gattuso si allontana, la partita si riapre e la rosa di nomi potrebbe riallargarsi (altre ipotesi si fanno su Sanino e sull’ex Pescara, Barone) questo chiaramente potrebbe far slittare la scelta ancora più in la, vanificando quel minimo vantaggio di tempo sulle concorrenti, per poter operare in anticipo sul mercato, in accordo con l’allenatore.
Visto il profilo (allenatore emergente) anche se non è più un ragazzino, forse il Gattuso giusto il Novara ce l’ha già, si chiama Giacomo ed ha vinto per la seconda volta il titolo italiano Berretti.
Di sicuro un allenatore della prima squadra il Novara ce l’ha ancora, si chiama Domenico Toscano, ha vinto tutto quello che c’era da vincere, battendo tutti i record del campionato.
Dopo aver sollevato la Supercoppa di Lega a Teramo, si è seduto sulla riva del fiume ed ha visto passare uno alla volta: Asta, Vecchi e forse anche Ringhio Gattuso, oltre ai sogni proibiti Prandelli e Guidolin; ma non si è mai scomposto e chiudendosi in un silenzio ieratico resta ancora li ad aspettare l’ufficialità di un futuro che per il resto del pianeta appare scontato.